La confederazione europea dei sindacati (Ces) si schiera al fianco dei sindacalisti tunisini dell’Ugtt, sigla insignita del Premio Nobel per la Pace 2015, ma ora vittima di un giro di vite autoritario impresso dal presidente tunisino Kais Saied, che ha portato all’arresto e alla denuncia di diversi dirigenti e attivisti sindacali nelle scorse settimane. 

La petizione

La Ces ha lanciato una petizione che si può sottoscrivere qui, per chiedere all'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, di “difendere i diritti umani, assicurando che il sostegno dell'Ue alla Tunisia - compreso quello finanziario - sia subordinato al pieno rispetto dei diritti umani, dei diritti sindacali e dei lavoratori e che la solidarietà sindacale internazionale non possa essere criminalizzata”.

La repressione in atto

Lo scorso 18 febbraio - ricorda la Ces in una nota - Esther Lynch, segretaria generale della confederazione sindacale europea, è stata espulsa dalla Tunisia, per volontà di Saied, con l’accusa di avere violato la legge minacciando la sicurezza del Paese a causa della sua partecipazione a una protesta dell'Ugtt. Nei giorni scorsi, ad altri sindacalisti è stato impedito di entrare in Tunisia per partecipare a una manifestazione di solidarietà sindacale internazionale.

“Tutto questo accade mentre l'Ue continua a sostenere il governo tunisino”, denuncia la Ces, ma “la solidarietà dei lavoratori non è negoziabile. Un danno a uno di noi è un danno a tutti - prosegue la confederazione -. Sostenete l'Ugtt nella sua lotta contro la repressione in Tunisia, perché se restiamo inerti mentre accade lì, chi ci dice che non possa accadere anche qui?”.

La condanna della Cgil

Anche la Cgil si è schierata al fianco dell’Ugtt e della Ces. “Nei giorni scorsi - sottolinea una presa di posizione della confederazione italiana - numerosi sindacalisti sono stati arrestati o posti sotto sorveglianza dalle forze dell’ordine soltanto perché stavano esercitando i propri fondamentali diritti di azione sindacale, tra i quali la promozione e la partecipazione a iniziative e scioperi del tutto legali. Attacchi culminati con l’arresto del funzionario sindacale dell'Ugtt Anis Al-Kaabi e con l’espulsione dalla Tunisia della segretaria generale della confederazione europea dei sindacati Esther Lynch, presente a Tunisi per manifestare la solidarietà del movimento sindacale europeo al segretario generale dell'Ugtt, Noureddine Taboubi”.

Secondo la Cgil “è in atto una vera e propria campagna del presidente tunisino Saied per spezzare la resistenza dei sindacati alle politiche in atto, che scaricano sulle spalle di lavoratrici e lavoratori la crisi economica, sociale e costituzionale del Paese”. Il sindacato di corso d’Italia condanna “con forza ogni attacco alle libertà sindacali e ai sindacati indipendenti, in Tunisia e ovunque esse avvengano. Reprimere i sindacati liberi e indipendenti significa mettere in discussione la democrazia stessa, per questo siamo preoccupati per il percorso che sembrano aver intrapreso le più alte istituzioni tunisine”.