Da qualche tempo si indica come imminente il lancio di GPT-4. Ma di cosa stiamo parlando? Iniziamo con il dire che GPT sta per Generative Pretrained Transformer: è uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale. Un'applicazione di intelligenza artificiale che utilizza algoritmi estremamente sofisticati, in modo tale da generare delle risposte coerenti con le domande poste da un umano.

A fine novembre la Chat GPT è stata resa utilizzabile (in questa fase di preview gratuitamente) creando un profilo su OPenAI, che è nata come una associazione no profit per fare ricerche sull’intelligenza artificiale con la finalità originaria di avere una intelligenza artificiale umanocentrica, un’intelligenza artificiale generale (Agi), società che è stata fondata, tra gli altri da Elon Musk nel 2015 (Musk ə poi uscito dal board nel 2018).

Oggi la società è forse un po’ più profit ed è finanziata tra gli altri anche da Microsoft. La sua versione GPT 3 era già stata rilasciata nel 2020 da Openai. La tecnologia utilizzata è la NLP (natural language processing) che consente alla Chat GPT di studiare e capire i modelli e persino le sfumature del linguaggio umano, e apprendere grazie ai meccanismi di machine learning addestrati, come abbiamo più volte detto, sulla base di un enorme quantità di dati.

L’addestramento consente alla chat di generare risposte pertinenti e coerenti e, di fatto, OpenAI ha sfruttato enormi quantità di testi presi dal web, come dai giornali o dai social, per procedere all’addestramento. I possibili utilizzi di questa tecnologia sono molteplici ed è giusto rimarcare che OpenAI ha consentito l’utilizzo della chat al pubblico, anche per testarla ed evitare che sia utilizzabile in modo improprio e per scopi dannosi.

Ma di fatto la novità è che qualcuno inizia a pensare che una versione più accurata, come quella che potrebbe uscire tra non molto, possa persino sostituire i motori di ricerca se divenisse una chat a cui fare qualsiasi tipo di domanda, con la possibilità di ricevere risposte credibili. OpenAI dovrebbe infatti avere perfezionato la versione Chat GPT-3 con la nuova versione GPT-4, che sembra possa migliorare in modo significativo sia la qualità dei risultati ma anche la velocità con cui gli stessi vengono raggiunti.

Se davvero il modello dovesse essere molto più avanzato del GPT-3, che già oggi può svolgere persino attività creative e comporre poesie o testi di canzoni o articoli di giornale, potrebbe consentire ai futuri sistemi di intelligenza artificiale di migliorare in modo significativo l’elaborazione e l’interpretazione del linguaggio umano e dunque diffondersi, anche nelle aziende, per automatizzare i processi di comunicazione.

Del resto sembra che OpenAI stia lavorando a un altro modello linguistico, chiamato WebGPT, che consentirebbe alla chat di andare a cercare nel web possibili risposte non presenti nel proprio archivio. Non sfuggono i rischi di pervasività estrema di sistemi sempre più sofisticati di automazione del linguaggio, di composizione di testi, di trasmissione di comunicazioni redatte da “macchine”. D'altronde basti pensare, come abbiamo più volte sottolineato, che anche questa “branca” di intelligenza artificiale si basa su analisi di data set che possono contenere elementi di pregiudizio che potrebbero rendere inesatta o pregiudizievole la comunicazione. Una chat può dare risposte corrette ma anche non corrette e dunque, se gode di credibilità, produrre disinformazione.

Ad oggi pare che OpenAI abbia preso il maggior numero di precauzioni possibili in questo senso, per cui ad alcune specifiche domande considerate inappropriate la Chat non risponderebbe. Ma il rischio è sempre dietro l’angolo, perché il vero tema è la difficoltà di controllare modelli di IA sempre più sofisticati. E tanto più l’AI sarà in grado di sostituire attività creative producendo “opere” originali tanto più si porranno problemi sia di sostituzione di alcune specifiche professioni sia anche legali (vedi il tema del copyright). Insomma, anche questo salto tecnologico merita conoscenza e attenzione a più livelli.

Cinzia Maiolini è responsabile Ufficio 4.0 Cgil

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