“Siamo in piazza per fermare le armi, per fermare la guerra che in questo momento la Russia sta conducendo nei confronti della popolazione ucraina”. È netta la posizione del segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma, partecipando alla manifestazione che si è tenuta nel tardo pomeriggio di giovedì 9 giugno a Roma, organizzata da Cgil, Fiom, Flc e Flai capitoline, insieme a studenti, società civile e decine di associazioni.

“L’Europa e il nostro governo debbono intervenire per aprire un dialogo e rilanciare il ruolo della democrazia, per ritrovare quel ruolo d'intermediazione che l’Europa ha sempre avuto con la sua vocazione di pace”, prosegue il dirigente sindacale, evidenziando che “l’Unione Europea è nata dopo la seconda guerra mondiale, e oggi è il momento di affermare che quella storia, che è la storia dell’Italia, dei partigiani, della nostra Costituzione, è anche la storia del ripudio della guerra”.

Michele De Palma rileva sottolinea che “il Parlamento deve ascoltare il Paese, e oggi il Paese dice che bisogna fermare la guerra. Occorre invece dare giustizia sociale, dare la possibilità alle persone di avere salari che gli permettano di poter vivere con dignità”. L’ultima battuta è su “un’altra guerra in corso, quella che giornalmente combattiamo contro i morti sul lavoro. E noi siamo in piazza per dire che la morte non deve più abitare nella nostra civiltà”.

Gianluca Peciola di Casetta Rossa rimarca che “in questo momento manca un soggetto autorevole in grado di dire alle parti belligeranti di fermare l’invasione russa dell’Ucraina. C’è bisogno di una grande mobilitazione europea che parli il linguaggio della pace, del disarmo e della conversione ecologica del pianeta, perché la guerra non è solo distruzione di uomini, donne e bambini, ma anche distruzione materiale e ambientale”.

Elisa Sermarini di Libera Roma evidenzia che “nelle circostanze in cui siamo oggi i soggetti che più traggono potere sono le mafie e la criminalità organizzata, mentre aumenta la corruzione e il potere del welfare mafioso sui territori. Questo non lo possiamo accettare. Chiediamo dunque un immediato cessate il fuoco, costruendo un vero percorso di pace che sappia garantire giustizia sociale ed ecologica agli ucraini, ai russi e a tutti gli europei”.