Zero morti sul lavoro nell’Unione europea entro il 2030. È questo l’ambizioso obiettivo fissato dalla Ces, la confederazione europea dei sindacati, in un Manifesto (Zero Death at Work) lanciato la scorsa settimana in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro. Il documento è stato sottoscritto da dirigenti sindacali (tra cui Maurizio Landini, segretario generale Cgil), ministri, eurodeputati e ricercatori.

"Ogni giorno lavorativo in tutta l'Unione europea dodici lavoratori non tornano a casa, perché sono morti sul lavoro", ricordano i firmatari del Manifesto, e chiedono “con forza alla Ue, ai governi degli Stati membri e alle aziende di porre fine alle morti sul lavoro. Vogliamo zero morti sul lavoro”. “Non è un sogno utopico”, “eliminare completamente gli infortuni letali è possibile”, ma “richiederà un'azione a livello europeo, nazionale, settoriale e aziendale, con iniziative legislative e di altro tipo che coinvolgano i sindacati e i datori di lavoro: tra cui una maggiore istruzione, formazione, monitoraggio della prevenzione, protezione, segnalazione, ispezione, applicazione e sanzioni”. “Ci aspettiamo e chiediamo che tali azioni siano realizzate dalla prossima Commissione europea e dal Parlamento europeo a partire dal 2024, oltre all'azione legislativa che sarà intrapresa dalla Commissione nell'attuale mandato”, si legge nel Manifesto.

Bisogna quindi invertire la rotta: “Mezzo milione di ispezioni in meno per la sicurezza sul posto di lavoro si stanno svolgendo in tutta Europa rispetto all'inizio dello scorso decennio”, secondo l'analisi della Ces sui dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro.

La Ces ricorda che, senza la volontà politica di porre fine a questa strage quotidiana, quasi 30mila persone potrebbero perdere la vita sul lavoro nell'Ue in questo decennio: “Il numero di incidenti mortali sul posto di lavoro è sceso lentamente nel corso dell'ultimo decennio, anche se i progressi sono stati tutt'altro che costanti, con decessi in aumento nel 2019, secondo i dati Eurostat”. In base a un’analisi dell’Etui (l’Istituto sindacale europeo), altri 27.041 morti sul posto di lavoro dovrebbero essere attesi tra il 2020 e il 2029 se il cambiamento continua allo stesso ritmo dell'ultimo decennio. L’Etui prevede che le morti sul posto di lavoro non dovrebbero diminuire affatto in Spagna, sono destinate a peggiorare in Francia e non finirebbero in Europa per più di 30 anni. L’istituto calcola che, senza un cambio di rotta, prima del 2055 non si raggiungerebbe l’obiettivo di sconfiggere le morti sul lavoro in Europa.

Oltre alla battaglia contro gli infortuni sul lavoro, la Ces chiede anche ai leader dell'Ue di fare di più per “porre fine allo scandalo del cancro sul posto di lavoro, che uccide ancora più di 100mila persone ogni anno, e per proteggere i lavoratori dall'aumento degli eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico”. 

Numero di morti sul posto di lavoro previsto in questo decennio e anno in cui gli incidenti mortali sul posto di lavoro saranno eliminati in alcuni Stati membri selezionati, se le tendenze 2010-2019 continuano
Polonia: 563 morti - 2027
Portogallo: 481 morti - 2030
Romania: 1.451 morti - 2036
Austria: 694 morti - 2037
Italia: 3.434 morti - 2042
Germania: 3.143 morti - 2044
Cecenia: 851 morti - 2052
Francia: 7.803 morti - Mai
Spagna: 3.191 morti - Mai 
UE27: 27.041 - 2055