L'Aliseo naviga verso Mazara del Vallo. A bordo del peschereccio, insieme ai sei uomini dell'equipaggio, c'è anche Giuseppe Giacalone, il comandante che ieri è rimasto ferito quando una motovedetta militare libica ha sparato contro l'imbarcazione italiana. Colpi di avvertimento - si sono giustificati dalla Guardia costiera di Tripoli, ma i colpi sono arrivati a segno. Giuseppe Giacalone fortunatamente non è in pericolo di vita. Un proiettile lo ha ferito di striscio a un braccio - racconta il figlio - il resto lo hanno fatto i vetri della cabina esplosi dopo gli spari. 

Non è la prima volta che accadono episodi del genere. E mentre in molto chiedono al governo di riferire in aula su questo ennesimo episodio, l'esecutivo ancora non batte colpo. A chiedere un intervento è anche il sindacato che ricorda la vicenda dei 18 pescatori siciliani sequestrati per 100 giorni dalle autorità libiche.

“È successo di nuovo. Nonostante le rassicurazioni del precedente governo siamo di nuovo ad affrontare l’ennesimo attacco a dei pescatori che stavano soltanto facendo il loro lavoro”. ha dichiato Antonio Pucillo, del dipartimento oesca Flai Cgil nazionale. “Dopo il sequestro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo durato oltre 100 giorni, le motovedette libiche alzano il tiro sparando direttamente sui pescherecci italiani ferendo il comandante del motopeschereccio  aliseo. Credevamo che il limite si fosse già superato invece siamo alla guerra contro degli innocui pescatori. Cosa si aspetta a risolvere il problema? Quali sono i motivi ostativi? Comincia a essere complicato trovare delle motivazioni per comprendere questa situazione. Chiediamo al governo italiano e al ministro degli Esteri Di Maio di intervenire immediatamente e in modo risolutivo  in difesa dei lavoratori che, ogni giorno, rischiano la vita per un lavoro di per sé pericoloso che non contemplava il rischio di essere  presi a fucilate”.