“L’Europa non ha bisogno di buoni consigli, ma di aiuti solidali. Il governo federale deve finalmente abbandonare il suo ostruzionismo e attivarsi in modo deciso per una decisione europea a favore dei coronabond. Dobbiamo distribuire in modo solidale gli oneri della crisi su tante spalle forti; in questo senso si pronunciano sempre più economisti indipendentemente dalla scuola di pensiero. È ora che il ministro delle finanze Scholz si renda disponibile a fare questo passo, altrimenti fra pochi mesi l’Europa sarà di nuovo chiamata a salvare l’euro”. Così, in occasione dell’incontro dell’Eurogruppo, il membro della segreteria della Confederazione sindacale tedesca (Dgb), Stefan Körzell. Da quando è scoppiata la crisi da coronavirus tanti Stati membri dell’Unione europea hanno varato vasti programmi a sostegno dell’economia e delle famiglie, e così ha fatto anche il governo tedesco. Anche se queste misure a livello nazionale sono condivise complessivamente dal sindacato, la Confederazione tedesca (Dgb) critica il governo per il suo ostruzionismo a livello europeo in tema di coronabond.

Il Dgb è convinto che ci vogliano interventi convincenti a livello dell’Unione europea per ammortizzare l’impatto della crisi. Finora la Bce ha deciso di lanciare un nuovo programma straordinario di acquisti da 750 miliardi di euro per contrastare gli effetti economici della pandemia. L’Unione europea ha poi deciso di dare il via libera alla flessibilità sulle regole di bilancio, congelando il patto di stabilità. Inoltre, c’è un’iniziativa per gli investimenti che riguarda i fondi strutturali inutilizzati. Si tratta di 11 miliardi di euro a cui Italia continua ad avere accesso. Infine, attraverso la Banca europea per gli investimenti, vengono forniti 8 miliardi di garanzie a livello continentale per i prestiti che le Pmi possono usare. La Commissione europea ha anche annunciato di creare un sistema che dovrebbe permettere di finanziare strumenti come la cassa integrazione.

Anche se queste misure varate a livello europeo possono avere una loro utilità, rimane secondo il Dgb il fatto che il volume complessivo delle misure non è sufficiente. I crediti di cui gli Stati membri si avvalgono aumenteranno il loro indebitamento. Se i singoli Paesi vengono lasciati soli con i loro debiti, aumenta quindi il rischio di speculazioni contro di loro, con conseguenti innalzamenti dei tassi di interessi per i propri titoli di stato. La crisi finanziaria ha fatto vedere quanto velocemente gli interessi possono salire mettendo a rischio la solvenza dei singoli Stati membri. Perciò il Dgb è convinto che per evitare un’altra crisi dell’euro ci vuole uno strumento basato sulla solidarietà con cui i paesi dell’Eurogruppo garantiscono congiuntamente le misure di salvataggio e ricostruzione. Non sono soltanto i sindacati a chiedere l'introduzione di titoli di debito comuni, lo fa anche il rinomato Istituto dell’economia tedesca che ha pubblicato uno studio dimostrando che i coronabond sarebbero lo strumento più efficace per finanziare le misure di salvataggio. 

Volker Telljohann, Ires Emilia-Romagna