Si è aperta ieri in Senato il ciclo di audizioni sulla nuova legge di bilancio e, per una volta, il giudizio è quasi unanime. Dalle imprese ai sindacati, dalle associazioni agricole alle categorie professionali, la manovra del governo Meloni viene bocciata perché troppo prudente, priva di una strategia di crescita e incapace di sostenere i redditi e l’occupazione.

Confindustria: una manovra “a saldo zero”

Per Confindustria è una “manovra a saldo zero”, non peggiora i conti, ma non li migliora. “Serve un piano industriale straordinario”, afferma il direttore generale Maurizio Tarquini, che chiede interventi su investimenti, competitività e riduzione del costo dell’energia. Le misure fiscali vengono giudicate penalizzanti, in particolare il blocco delle compensazioni dei crediti d’imposta con i contributi Inps e Inail, definito “un freno alla liquidità delle imprese”. Una critica condivisa da artigiani, agricoltori e commercianti, che denunciano effetti pesanti su migliaia di piccole aziende.

Cgil: manovra ingiusta e controproducente

Dal fronte sindacale il giudizio è ancora più severo. La Cgil parla di una manovra “inadeguata, ingiusta e controproducente”, che sacrifica salari e pensioni in nome del rigore. “Il governo festeggia i conti ma lascia i lavoratori in rosso”, accusa il segretario confederale Christian Ferrari, ricordando che il fiscal drag non è stato restituito e che la cancellazione di Opzione donna e Quota 103 peggiora ulteriormente il sistema pensionistico.

Leggi anche

Cisl e Uil: luci e ombre

Cisl e Uil riconoscono qualche elemento positivo, come la riduzione dell’Irpef, ma chiedono che diventi strutturale e che le risorse vengano destinate a sanità e previdenza. “È la manovra più piccola dal 2014 – osserva Ignazio Ganga della Cisl – e non risponde alle emergenze sociali”. Anche le assicurazioni e gli enti locali lamentano maggiori oneri e scarse prospettive di sviluppo. Tutti, in sostanza, chiedono la stessa cosa: una legge di bilancio che non si limiti a contenere la spesa, ma che sostenga la crescita, l’innovazione e la coesione sociale.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti replica dalle fiere di Milano: “Le critiche sono utili per migliorare”. Ma nelle commissioni parlamentari il verdetto è già chiaro: questa manovra, prudente fino all’immobilismo, non convince nessuno.

Leggi anche