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Soldi alle scuole private. In fin dei conti, se dovessimo spiegarla con poche, semplici parole, probabilmente la racconteremmo così la misura che la destra di governo propone anche quest’anno. Con una coerenza ideologica davvero intransigente, diventano sempre più nitidi i contorni di questa manovra: i ceti più ricchi acquistano nuovi vantaggi sulle famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati; si investono nel privato risorse che sarebbero preziose per i servizi pubblici sempre più in difficoltà; la patrimoniale è inaccettabile; il condono invece è cosa buona e giusta; chi sciopera viene offeso ripetutamente dalla presidente del consiglio.
A conferma del fatto che la legge più politica e ideologica di un governo è proprio quella di bilancio, che quando si parla di soldi i nodi vengono al pettine e le parole della campagna elettorale permanente restano solo parole, anche stavolta, con tutto quello che servirebbe alla scuola pubblica in termini di stanziamenti su forza lavoro ed edilizia, la destra svolta a destra e fa un regalo ai privati.
Il voucher da 1500 euro
Così, tra le centinaia di emendamenti alla manovra, spunta “il voucher – ci spiegano i Caaf della Cgil – che riguarda gli studenti che frequentano scuole medie e scuole superiori paritarie, laddove siano inseriti in un nucleo familiare con Isee non superiore a 30 mila euro, che potranno avere diritto a un contributo di 1500 euro fino ad arrivare a 5 mila euro se cumulato con i contributi regionali”.
“La proposta – ricorda il Caaf – venne fatta già a novembre 2024 dal ministro Valditara. Stessi contenuti di legge – vale a dire un voucher fino a 1500 euro – per nuclei familiari con indicatore Isee non superiore a 40 mila euro. Alla fine la misura dovette passare attraverso la Dote scuola delle Regioni e riguardò tutte le scuole di ogni ordine e grado. Con l’emendamento presentato adesso diventerebbe statale”. Per altro, un anno fa, insieme all’idea del voucher, venne avanzata la proposta di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, avanguardia clericale di questa destra, di incrementare di 100 milioni di euro per il 2025 il contributo destinato alle scuole pubbliche non statali. Un’idea dettata dall’“urgenza” di evitare “la progressiva chiusura, nell’ultimo decennio, di sempre più scuole dell’infanzia paritarie e di istituti scolastici di primo e secondo grado paritari”.
E così, ricorda Monica Iviglia, presidentessa del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil, “si amplia il ventaglio di servizi che i cittadini possono richiedere solo tramite presentazione dell’Isee, ma non aumentano le risorse investite per pagare l’Isee. La nostra quota resta sempre la stessa e, a un certo punto dell’anno, le risorse finiscono e i Caaf rischiano di lavorare gratuitamente”.
La situazione dell’edilizia scolastica pubblica: preoccupa la sicurezza dei solai
Proviamo a fare due più due, di fronte a tutti questi milioni donati – letteralmente – alle scuole private. Un report pubblicato recentemente da Legambiente, “Ecosistema Scuola 2025”, raccoglie i dati 2024 relativi a 97 comuni capoluogo su 112 e che riguardano 7.063 edifici scolastici, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.
Secondo questi dati, “nel 2024, solo il 47% degli edifici dispone del certificato di agibilità, appena il 45% ha il collaudo statico, meno del 15% degli edifici in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo la normativa antisismica, ancora il 54,8% degli edifici non ha beneficiato della verifica di vulnerabilità sismica. Preoccupa la sicurezza dei solai, il cui crollo rappresenta ancora oggi la principale causa di incidenti nelle scuole italiane. Solo il 31,2% degli edifici scolastici ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai negli ultimi cinque anni: il dato è leggermente più alto al Nord (32,0%) e al Sud (36,1%), ma scende al 33,9% nelle Isole e al 22,5% nel Centro”.
Insomma, in moltissime scuole pubbliche c’è il rischio che venga giù il tetto mentre centinaia di bambini e ragazzi sono stipati a far lezione, ma il governo Meloni pensa di regalare altri 20 milioni di euro – a tanto ammonterebbe il costo della misura dei voucher – alle scuole private.
Il governo riuscirà nel 2025 a ripetere l’exploit del 2024, quando gli stanziamenti complessivi a favore delle scuole paritarie toccarono la cifra record di circa 750 milioni di euro? Non lo sappiamo. Quello che è evidente è che anche quest’anno ce la stanno mettendo tutta.


























