La Commissione europea boccia l'obbligo di accettare i pagamenti con carte solamente dai 60 ero in su (o 40 euro se vengono confermate la voci di una modifica), senza sanzioni per chi rifiuta, e l'innalzamento del tetto dell’uso dei contanti da 2 a 5 mila euro, due tra le più discusse norme della legge di Bilancio.

Bruxelles, nell'esprimere il suo parere complessivamente positivo sul Documento programmatico di bilancio dell'Italia, rileva però i punti che "che non sono in linea" con le raccomandazioni per l'Italia sulla lotta all'evasione fiscale, confermando i dubbi di coloro che si sono detti in dissenso con le suddette decisioni del governo. Uno su tutti il capo del Servizio Struttura economica della Banca d'Italia, Fabrizio Balassone, per i l quale "l'uso di pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle operazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale".

I rilievi della Fisac Cgil

Anche dal sindacato arriva un parere contrario. Susy Esposito, segretaria nazionale della Fisac Cgil, ci ricorda che, se la spiegazione del governo è posta in termini di libertà, l’effetto va nella direzione opposta: “L’impossibilità di pagare 30 euro di spesa con una carta, limita la libertà del cittadino, non l’accresce, perché, se non ho il contante, mi viene negata la possibilità di pagamento. È un segno evidente di come è stata impostata tutta la manovra. Allargare la soglia del contante e ridurre l’utilizzo delle carte presuppone un approccio che non è proprio legale in termini di evasione fiscale, ed è la linea sulla quale si muove questo governo".

Il costo delle commissioni

Sul versante del dibattito circa le tariffe delle commissioni bancarie, “già precedentemente si è intervenuto sugli istituti di credito per ridurre le spese del Pos – afferma Esposito -. Se un governo si muove per fare emergere il sommerso e nella prospettiva di fare pagare le tasse in proporzione a quanto si guadagna, potrebbe fare un’operazione di chiamata per tutte le società bancarie ad abbassare o eliminare i costi per l’utilizzo delle carte così che diano il loro contributo. In una logica complessiva di costruzione di un Paese che va verso la legalità, non dovrebbe quindi spaventare l’uso delle carte. Non dimentichiamo che le banche rispondono all’articolo 47 della Costituzione, in termini di vicinanza all’utenza e di servizio al Paese. Invece mi pare manchi una logica di servizio”.

Nessun taglio di posti di lavoro

In termini occupazionali, nel settore bancario, la segretaria della Fisac chiarisce che “l’utilizzo delle carte non cambia niente, perché il Pos è un servizio esterno alle banche che non incide, ma è di giovamento all’utenza, poiché da tempo le banche stanno eliminando gli sportelli dotati di personale e, in alcuni piccoli paesi, anche il servizio bancomat”.

È quindi ora nelle mani del governo la decisione di rivedere le norme su Pos e utilizzo del contante anche alla luce del pronunciamento comunitario.