Le organizzazioni sindacali del territorio veneto sono ben consapevoli dell'importanza di partire con il piede giusto. Da tempo chiedono alla Regione di istituire regole e procedure per governare assieme la fase che si apre grazie all'arrivo delle risorse di Nex Generation Eu, ma le risposte arrivate non sono pienamente soddisfacenti. 

Con l’anno nuovo, forti del Protocollo nazionale del 23 dicembre, Cgil Cisl e Uil hanno chiesto di tradurlo in Veneto e attivare i tavoli regionali di confronto. Al momento la traduzione tarda ad arrivare, mentre sarebbe urgente viste le risorse che già sono state assegnate: quasi 500 milioni per la rigenerazione urbana e i servizi educativi; 180 per l’inclusione sociale e i progetti previsti dalla missione 5. Assai più consistente il pacchetto destinato alla Salute, ben 583; mentre ne sono stati appena stanziati quasi 70, nell’ambito della missione 1 per connettere scuole e strutture. E non è tutto, altre risorse arriveranno per gli step successivi del Pnrr.

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“Ovviamente, sostiene Paolo Righetti, segretario regionale della Cgil - noi vogliamo essere parte del governo di tutto il processo con particolare attenzione soprattutto agli impatti occupazionali in termini quantitativi e qualitativi, ma non solo. Insomma, vogliamo anche entrare nel merito della qualità della programmazione, della capacità di declinare e dare attuazione concreta a livello territoriale alle varie misure nazionali e ai vari programmi”.

Il segretario generale della Cgil Ferrari ha sollecitato direttamente il presidente Zaia chiedendo la traduzione in Veneto del Protocollo. Il risultato è stato l’attivazione di un tavolo di partenariato, sicuramente positivo ma è cosa diversa da quanto previsto dalla legge sulla governance. Vi partecipano centinaia di soggetti delle varie rappresentanze economiche e sociali, oltre che istituzionali o para istituzionali: come ben sappiamo in questi tavoli il rischio di formalismo e dispersione molto alto.

“La nostra valutazione – afferma Righetti – è che sia importante esserci. Noi ci siamo e siamo entrati anche nel gruppo di lavoro tecnico, però non ci aspettiamo moltissimo perché ci pare che l'obiettivo sia prevalentemente politico: quello della Regione che per l'ennesima volta coglie ogni occasione per trasmettere mediaticamente all'esterno la propria supposta capacità progettuale”.

In ogni caso, i vari uffici della Regione, in collaborazione con Veneto Sviluppo e con le università, hanno elaborato 16 schede progetto sui alcuni macro-temi del Pnrr. A una prima lettura, dice Righetti, “sembrano una sorta di copia e incolla in salsa veneta delle finalità di alcuni programmi e linee di investimenti nazionali".

"Noi pensiamo, invece - aggiunge il dirigente sindacale -, che dovremmo essere in grado di sviluppare e articolare progetti e interventi territoriali concreti e di qualità e coerenti con la programmazione nazionale, che consentano di partecipare in tempo utile alle manifestazioni di interesse, alle procedure di valutazione e selezione e alla ripartizione e attribuzione delle risorse".

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"In ogni caso - conclude Paolo Righetti - rivendichiamo la continuità del tavolo di partenariato su tutta la programmazione e per tutto il periodo di progettazione, attuazione e monitoraggio del Pnrr, al di là del confronto sui 16 progetti presentati dalla Regione. E ribadiremo a livello regionale e provinciale anche la richiesta di attivare il tavolo di confronto specifico con le organizzazioni sindacali previsto dal Protocollo sulla governance, che qua in Veneto avevamo già sollecitato prima della sua sottoscrizione. A partire dall’ambito socio-sanitario, per ora senza alcun riscontro da parte dell’assessore competente".