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Digitale

Landini: i dati personali non sono proprietà delle multinazionali

Smart working © Marco Merlini Roma, 26 ottobre 2020 E' fortemente raccomandato l'utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori privati. Lo prevede il nuovo Dpcm con misure anti Covid firmato nella notte dal governo
Foto: Marco Merlini
Simona Ciaramitaro
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Il leader della Cgil, in audizione davanti alle commissioni Bilancio, ha sollevato il tema del ruolo pubblico nella digitalizzazione e nella gestione dei dati che sta fruttando grandi profitti alle società private, non garantendo invece l'utilizzo delle nuove tecnologie in funzione di un miglioramenti della vita, dei servizi e dei diritti dei cittadini

Il ruolo pubblico nella gestione delle reti digitali entra nella lista delle urgenze sottoposte dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alle commissioni di Camera e Senato durante l’audizione dei sindacati sulla legge di Bilancio. E’ inaccettabile quanto sta accadendo: “Le grandi multinazionali, che in questo momento stanno facendo ricavi incredibili nel mondo, entrano in possesso dei dati e li vendono per aumentare i loro profitti – ha dichiarato Landini - e questo è un problema non adeguatamente affrontato”.

I dati in possesso delle multinazionali per il sindacato dovrebbero essere resi pubblici e a disposizione del governo ed entrando nei campi di scuola e sanità, rispettivamente interessati dalla didattica a distanza e dalla necessità di ampliare gli investimenti per la telemedicina, le piattaforme digitali non possono che essere di proprietà pubblica, non privata e quindi legata a mercato e profitto. Il motivo è chiaro per Landini, il quale individua “l’uso dei dati delle persone e la tecnologia digitale” come potenziale “strumento per migliorare i nostri diritti e la nostra vita”. 

Foto: Marco Merlini

Il leader della Cgil, dopo avere elencato i punti di merito e le insufficienze del ddl Bilancio ed esortato gli interlocutori a “lavorare insieme per il futuro del Paese”, ha ribadito la necessità di incontri tra governo e sindacati che anticipino e non invece seguano l’approvazione delle leggi, quindi anche sul tema delle reti digitali ha sollecitato l'apertura una discussione che coinvolga anche il Parlamento.  

Seguendo sempre il tema del ruolo pubblico nella digitalizzazione del Paese, Landini ha concluso l’audizione con la richiesta di un rafforzamento anche delle Rai proprio nella direzione di “un’alfabetizzazione digitale, sull’esempio del lavoro svolto degli anni’50”, che intervenga sulla attuale scarsità di conoscenze da parte degli italiani. 

“Il problema non è se so accendere un computer o navigare in internet – ha concluso -, ma se sono in grado di utilizzare le potenzialità che quella tecnologia digitale dà per migliorare i servizi, la vita delle persone e i diritti. Qui c’è un punto strategico di discussione che vogliamo aprire e il ruolo pubblico è elemento dirimente e importante. Di questo troviamo poche tracce nella legge di Bilancio e invece questa è una discussione politica e sociale che il nostro Paese deve fare fino in fondo”.