Ci sono voluti due anni e mezzo di mobilitazione di migliaia di donne e della Cgil di Roma e del Lazio, e finalmente la buona notizia è arrivata. L’immobile di Via Lucio Sestio 10 a Roma, di proprietà dell’Atac che fino a pochi mesi fa ha ospitato un centro anti violenza per le donne, una casa di accoglienza e sportelli sociali gestiti dalle attiviste di Lucha y Siesta, tornerà alle donne e al quartiere. La Giunta Raggi, che oltre ai numeri del bilancio sembra non riuscire a vedere il valore sociale che all’interno degli immobili si compie, aveva messo all’incanto quell’immobile senza affatto curarsi della attività importantissima che all’interno di quelle mura si svolgeva e che, per altro, nel corso degli anni ha fatto risparmiare alla giunta Capitolina bei soldi. Si è passati dalle continue minacce di sgombero al distacco delle utenze lasciando in un clima di incertezza e angoscia non solo le operatrici, ma soprattutto le donne e i bambini vittime di violenza e sotto protezione. E l’immobile, per far cassa, rischiava di finire nel calderone della speculazione immobiliare che ha nuovamente dispiegato le proprie mire sulla capitale.

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Esempio per tutti altro stabile, sempre di proprietà di Atac poche settimane fa venduto o “svendute” come molti denunciano ad Amazon anche in questo caso senza considerare le attività che all’interno dell’ex magazzino si svolgevano e non prendendo nemmeno in considerazione che quegli spazi potevano trovare altra e diversa destinazione a favore della città e non privatizzati. Ma tant’è.

Lo scorso dicembre la Giunta regionale del Lazio ha stanziato oltre 2 milioni e di euro per salvare Lucha y Sieste, poi l’approvazione di una legge regionale sui beni comuni e la norma sulla valorizzazione dei luoghi delle donne hanno portato al risultato di oggi: alla terza asta la regione si è aggiudicata l’immobile e ora possono essere avviate le procedure per la restituzione del bene alle donne e costruire un nuovo percorso di autogoverno della struttura e delle attività che si torneranno a volgere in serenità all’interno dello stabile.

 “Un prezioso patrimonio di valori, opportunità e speranza è stato finalmente restituito alla città di Roma e al Paese. L’aggiudicazione da parte della Regione Lazio dei locali di Lucha y Siesta, che da oltre 12 anni ospitano le donne in un percorso di fuoriuscita dalla violenza, spesso insieme alle loro figlie e ai loro figli, è una vittoria politica, culturale e sociale”. Cosi, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio. “Oggi - continua la nota - è una giornata importante che ripaga delle tante mobilitazioni, lotte, presidi cui anche la Cgil ha partecipato e che vogliamo festeggiare insieme alle attiviste della Casa e a tutte le donne della Capitale e delle altre Case delle Donne che si sono battute affinché Lucha y Siesta tornasse a essere ciò che è sempre stata: uno spazio politico femminista e transfemminista, un luogo di accoglienza, impegno sociale, trasmissione di esperienze, fucina di progetti partecipati improntati sulla solidarietà, sul rispetto dei diritti e dell’autodeterminazione, sulla pratica della cura e la promozione delle pari opportunità”.

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