La Camera del Lavoro di Milano condanna “le condizioni degradanti e disumane in cui Ilaria Salis è costretta nelle carceri ungheresi”. La vicenda è nota: Salis è detenuta in carcere in Ungheria oramai da un anno, accusata di aver preso parte all’aggressione a due neonazisti lo scorso febbraio durante un parata di nostalgici che ogni anno si ritrovano a Budapest per ricordare le gesta delle SS contro l’Armata Rossa.

“Oggi – si legge in un comunicato sindacale – l’Assemblea Generale della Cgil milanese ha approvato un ordine del giorno che denuncia il trattamento degradante riservato a Salis, ‘contrario ad ogni senso di umanità: spazi ridotti al minimo, topi, cimici, scarafaggi, cibo di qualità scadente, costrizioni e limitazioni inumane’.

“Le immagini consegnate al mondo dell’inizio del processo, avvenuto ieri, sono scioccanti – si legge nel documento –. Ilaria, così come gli altri imputati, è stata portata nell’aula del tribunale con manette ai polsi, schiavettoni alle caviglie e una cintura di cuoio stretta in vita da cui partiva un guinzaglio come fosse un animale. È rimasta per tutto il tempo dell’udienza, guardata a vista da agenti in tenuta antisommossa e passamontagna”.

“L’Ungheria è un Paese costantemente sotto la lente di ingrandimento per la costante e sistematica violazione dei diritti umani e quello che sta accadendo a Ilaria Salis ne è ulteriore conferma”, sottolinea l’Assemblea Generale.

“Chiediamo con forza al governo italiano, fino a questo momento di fatto assente, e a tutte le Istituzioni nazionali e internazionali di agire per riportare a casa Ilaria Salis, affinché la custodia cautelare e il processo possano avvenire nel nostro Paese”.