Carola Rackete non dovrà affrontare il processo. La comandante della Sea Watch - che entrò nel porto di Lampedusa dopo che l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva imposto il blocco - ha fatto ciò che doveva. La decisione è stata assunta dal gip di Agrigento Alessandra Vella che ha così accolto la richiesta avanzata dalla Procura.  Il giudice ha stabilito che Carola Rackete ha agito per necessità: aveva, infatti, il “dovere di portare i migranti in un porto sicuro” non essendo più nelle condizioni di garantire la sicurezza a bordo dopo 17 giorni di attesa al largo delle coste. È stato Salvatore Tesoriero, avvocato della donna, a sottolineare che: “Con l’archiviazione dell’inchiesta su Carola Rackete il gip di Agrigento ha riconosciuto il dovere di salvare vite umane. La Procura all’esito dell’inchiesta ha svolto ulteriori indagini e ha valutato che effettivamente la causa dell’adempimento del dovere va rilevata e debba esserci. C’erano diverse avvisaglie che arrivavano anche dalla Corte di Cassazione. Ricordo ai tempi le disposizioni dell’ex ministro Salvini e rilevo oggi, a distanza di due anni, che Carola Rackete aveva agito per salvare vite umane in adempimento di un dovere. Questo è stato sostenuto dall’inizio”.