Mentre si attende, con preoccupazione, di capire cosa accadrà dopo il 31 marzo e la fine del blocco dei licenziamenti, ci sono ancora realtà lavorative in cui i sindacati riescono, con impegno, a portare a casa intese virtuose e, per certi aspetti, persino rivoluzionarie. Non è facile, di certo non è scontato, ma succede ancora. In un Paese che sembra scivolare senza freni lungo un piano inclinato dall’emergenza che si è fatta quotidianità, minato da crisi di ogni ordine e grado, sanitaria, economica e, nelle ultime ore, persino politica, è sorprendente quanto possa essere prezioso il lavoro dei sindacati, capaci di tutelare sul territorio, spesso nel singolo sito produttivo, la realtà delle persone, di incidere sulla qualità delle loro vite. Confermando una volta di più che in attesa del vaccino anti covid, l’azione delle organizzazioni di rappresentanza resta l’antidoto contro i mali della società attuale: il lavoro povero, la mancanza di tutele, la perdita di valore e di significato del lavoro stesso e della solidarietà. In questo caso è ancor più sorprendente per la sensibilità sociale e concreta contenuta nelle decisioni assunte congiuntamente dalle parti.  Parliamo dell’accordo integrativo firmato oggi a Parma tra il gruppo Chiesi Farmaceutici, realtà internazionale focalizzata sulla ricerca con due miliardi di euro di fatturato, il cui stabilimento cittadino dà lavoro a circa duemila persone, e le organizzazioni sindacali di settore, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Un accordo ratificato all’unanimità dai lavoratori in assemblea.

Tra i fattori principali, ci ha spiegato Marco Todeschi, segretario della Filctem Cgil Parma, ce ne sono almeno quattro da sottolineare. Si parte con le novità in tema di genitorialità, nel quale gli elementi che entrano nella nuova intesa rivelano una sensibilità non comune, soprattutto in questi tempi difficili di pandemia e rischio crisi. In tema di congedo parentale – quello che era conosciuto come maternità facoltativa – la retribuzione passa dal 30 al 60 per cento dello stipendio. Ai padri vengono aggiunti 5 giorni in più rispetto a quanto stabilito dalla normativa vigente sul congedo di paternità. Riguardo ai permessi per assistenza dei figli fino ai tre anni di età, ci saranno tre giorni di permesso retribuito se la malattia del bambino è certificata dal pediatra. E viene raddoppiato il rimborso delle rette dell’asilo e della scuola materna, che passa da 50 a 100 euro.

Priorità è stata data anche al contrasto alla violenza di genere, un fenomeno dal quale i luoghi di lavoro, purtroppo, non sono esenti. Nell’accordo si parla di attivare un percorso di prevenzione con iniziative congiunte che coinvolgano le associazioni che operano quotidianamente sul territorio con azioni di contrasto.

Fondamentale, per i sindacati, anche la decisione di retribuire al 100 per cento i malati oncologici.

Grande sensibilità viene esplicitata anche dal passaggio dedicato a chi sceglie di fare volontariato e sostegno alla collettività. Per ogni otto ore chieste dai dipendenti a questo scopo l’azienda ne darà altre otto.

Sulle questioni più strettamente connesse all’organizzazione e alla regolamentazione del lavoro, “è politicamente molto avanzata”, ci ha detto Marco Todeschi, la garanzia rivolta ai lavoratori in appalto, altrove in balia spesso di quella corsa al massimo ribasso che azzera per loro, di fatto, ogni tutela. Con il nuovo integrativo l’azienda si impegna a chiedere alle ditte in appalto l’applicazione del contratto nazionale di riferimento con maggiore rappresentatività. Niente contratti pirata.

Altro elemento che il segretario non esita a definire storico è la possibilità di richiedere l’esclusione dai turni notturni. In un decennio in cui il momento della pensione si è allontanato progressivamente, alla Chiesi Farmaceutici, per la prima volta, i lavoratori, al compimento del 60esimo anno di età, potranno decidere di non fare più le notti, mantenendo tuttavia il diritto a uno stipendio che sia calcolato sulla media degli ultimi 10 anni di indennità notte, turno e maggiorazione.

L’ultimo accento, tra i tanti motivi di soddisfazione per l’accordo, Todeschi lo pone sull’indennità di vestizione. L’azienda, riconoscendo che il tempo perso dai lavoratori a cambiarsi è tempo dedicato al lavoro, pagherà 15 minuti al giorno. Sanando, anche su questo versante, un motivo di discussione che negli anni ha dato spesso adito a conflitti e contenziosi.

Molto soddisfatti i sindacati. Non è stato facile portare a casa un tale risultato in un momento di pandemia, crisi economica, paura del futuro e incertezza. A dimostrazione delle buone relazioni tra management e lavoratori e a suggellare la firma, la decisione del gruppo, contenuta nell’accordo, di mettere a disposizione uno spazio per l’attività sindacale, spazio del quale potranno usufruire anche i lavoratori in appalto.