Già madre costituente, nel 1948 Nilde Iotti è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Riconfermata per le successive legislature - unica e unico parlamentare italiano a essere stato eletto ininterrottamente per 13 volte (14, contando anche l’Assemblea costituente) - il 20 giugno 1979 ne è eletta, prima donna nella storia, presidente.

“Per la prima volta nella Storia d’Italia - scriveva il giorno successivo l’Unità - una donna - una comunista - è stata eletta ieri sera a una delle più alte cariche dello Stato. E’ la compagna Nilde Iotti chiamata a prima votazione, da una larga maggioranza (433 voti, cioè oltre il prescritto quorum dei due terzi dell’assemblea) a presiedere la Camera dei deputati succedendo così a Pietro Ingrao. La Camera ha ripetutamente sottolineato, con calorosi e prolungati applausi, il valore politico della novità rappresentata dall’elezione di Nilde Iotti. E lo ha fatto in particolare quando ha interrotto, con un vigoroso battimano, dal quale si sono astenuti solo i deputati neofascisti, l’indirizzo di saluto che il neo presidente stava rivolgendo all’assemblea, proprio laddove rilevava, non senza emozionati accenti, il significato profondo di un voto che chiama in causa non solo la sua persona, ma e i milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Il voto segreto impedisce una precisa ricognizione dell’atteggiamento dei singoli gruppi parlamentari. E’ tuttavia possibile stabilire grosso modo che oltre ai comunisti, in favore della compagna Iotti si sono espressi socialisti, democristiani, repubblicani. socialdemocratici e Pdup. Tuttavia, all’interno di alcuni di questi gruppi (e in particolare di quello democristiano) si sono verificate defezioni rispetto all’atteggiamento ufficiale. Ne sono prova intanto le numerosissime schede bianche (109: alla trentina di neofascisti si sono aggiunti soprattutto deputati della Dc, quelli che fanno capo all’ala più moderata del partito) e lo testimoniano anche i voti per lo scrittore radicale Leonardo Sciascia (che ha ottenuto 33 preferenze, contro le 18 del cartello Pr), quelli - non richiesti, ovviamente - per il compagno Alessandro Natta (15), i tredici voti dispersi, le sei schede nulle. Sei voti sono andati anche al liberale Aldo Bozzi, per il quale tuttavia ha votato solo una parte dei deputati del Pli. Ad ogni modo, la Camera si è subito ritrovata unita nel tributare alla compagna Iotti ripetuti e calorosi omaggi. (…) Nell’aula si avvertiva la tradizionale atmosfera tra il festoso e l’eccitato che caratterizza questi primi adempimenti di così evidente valore istituzionale e politico. (…) Pietro Ingrao sedeva in uno degli scranni più alti dell’assemblea, tra i compagni di partito. Nei banchi comunisti, tra gli altri, il segretario generale del partito Enrico Berlinguer, Giorgio Amendola, reduce da una lunga convalescenza, il presidente del gruppo, Alessandro Natta”.

“Onorevoli colleghi - dirà Nilde Iotti - con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione. In questo alto incarico mi ha preceduto l’onorevole Pietro Ingrao, che fino a ieri ha diretto i nostri lavori con grande intelligenza e imparzialità, e prima ancora l’onorevole Sandro Pertini, oggi presidente della Repubblica, a cui va il mio deferente saluto. Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.

“Il momento che attraversiamo - prosegue il discorso nella sua parte forse meno nota - è drammatico e difficile, ne siamo tutti consapevoli. Il terrorismo continua nella sua opera nefasta e delittuosa. Pochi giorni fa a Roma si è tentata ancora una volta «la strage» su pacifici lavoratori riuniti in una loro sede, nell'espressione del primo e più alto diritto democratico e costituzionale, quello della libertà di associazione e di espressione. Questa nostra stessa Assemblea ha dovuto ricorrere a misure di sicurezza, senza alcun dubbio necessarie. Ma guai a noi, onorevoli colleghi, se non avvertissimo con tutta la nostra forza e con tutto il nostro senso di responsabilità che le assemblee parlamentari esprimono al più alto grado la sovranità popolare. Non possono perciò, per la loro stessa natura, divenire un fortilizio, ma devono continuare a essere, anzi essere sempre di più, assemblee aperte al nostro popolo, alla grande forza di democrazia e di unità che lo anima. Lo provano ogni giorno la risposta puntuale alle provocazioni del terrorismo e le stesse elezioni. A questa forza dobbiamo ricondurci in ogni momento della nostra azione, sicuri che essa non verrà mai meno, che anzi essa costituisce la base prima di un possibile successo. In questo spirito va il nostro saluto e augurio alla magistratura, alle forze dell'ordine e alle forze armate, così duramente impegnate nella difesa della democrazia e della libertà. Su tutti noi, onorevoli colleghi, incombe un compito arduo”.

Un compito che Nilde onorerà, con serietà e impegno, per tutta la vita.