Marie Curie è stata l'unica donna tra i quattro vincitori di due Nobel1, la sola ad aver vinto il Premio in due distinti campi scientifici, la prima donna a laurearsi in Scienze alla Sorbona, la prima ad avere il Dottorato in Scienze in Francia, la prima a essere sepolta nel Pantheon degli Uomini illustri, e del resto l’unica. Troppo per una donna, straniera per giunta, nella Francia dei primi del secolo scorso. Troppi successi, troppa indipendenza, troppa libertà, troppo clamore. E così Marie viene colpita, nel suo privato, nella sua intimità, come tante prima e dopo di lei.

Una campagna denigratoria

Dopo quattro di vedovanza, a quarantadue anni, la scienziata si innamora di un uomo sposato, Paul Langevin È l’iniziò di una vera e propria campagna contro di lei, descritta come una “perfida straniera, colpevole di aver distrutto una famiglia felice”.

Le polemiche erano in realtà già iniziate nel gennaio precedente a proposito della sua candidatura all’Accademia delle scienze. Se fosse stata eletta sarebbe stata la prima donna anche in questo. La sua candidatura però viene respinta con 85 voti contro 60.

 “Questa donna, un tempo così popolare, ha spinto un po’ troppo oltre la sua brama di onori e ricompense”, commenta qualcuno.

 Se passa una donna - scrive L’Intransigeant consigliando a "Madame Curie" di ritirare la propria candidatura - “il rivolo diverrà un torrente e porterà via anche gli argini”. Ma "Madame Curie" non arretra, pagando il suo coraggio a caro prezzo.

Le sue lettere d’amore vengono rese pubbliche e la scienziata viene lapidata sull’altare del perbenismo da quella stampa misogina e antisemita già protagonista dell’affare Dreyfus.

Il Nobel e "le chiacchiere"

Intanto vince il suo secondo Nobel, ma da Stoccolma le scrivono consigliandole di non andare a ritirarlo per non suscitare altre chiacchiere (naturalmente nessuno condannerà Paul Langevin o gli chiederà di lasciare il paese).

 “Mi sembra che costituirebbe un grave errore da parte mia l’azione che lei mi raccomanda - sarà la sua lapidaria risposta - In realtà il premio è stato concesso per la scoperta del radio e del polonio. Credo che non ci sia nessuna connessione fra il mio lavoro scientifico e i fatti della mia vita privata. Non posso accettare, per principio, l’idea che l’apprezzamento del valore del lavoro scientifico possa essere influenzato dai libelli e della calunnie sulla vita privata. Sono convinta che molte persone condividano questa opinione. Mi intristisce profondamente che lei non sia fra quelle”.

Il peccato di Marie Curie

 “Il peccato di Marie - affermava Barbara Goldsmith - era soprattutto quello di non essere solo un’amante ma una donna emancipata, quando donne del genere erano considerate, da entrambi i sessi, una minaccia”. Una curiosità che forse in pochi conoscono. Un anno dopo l’entrata della Francia nella prima guerra mondiale, Marie decide di abbandonare le sue ricerche sulla radioattività e parte con la figlia Irène, per raggiungere i luoghi dei combattimenti.

 “Con un semplice e rudimentale apparecchio collocato su una piccola vettura - scrive Sara Sesti - chiamata in suo onore Petite Curie, visitavano i soldati nei fatiscenti ospedali da campo applicando alla cura dei feriti la tecnica radiografica che rendeva le cure meno invasive, dato che si potevano individuare con precisione i proiettili e le schegge dentro i corpi”.

 “Madre e figlia - prosegue Sesti - dovettero superare grandi difficoltà e la diffidenza dei militari che non vedevano di buon occhio la presenza di donne nell’esercito e l’iniziativa indipendente dei civili”.

Del resto l’umanità ha sempre avuto paura delle donne che volano. Siano esse libere. Siano esse streghe. Siano esse scienziate che magari, al fronte, ti salvano anche la vita.

 


1 Fino a oggi il Premio Nobel, istituito nel 1901 è stato assegnato solo a 59 donne (circa il 4% del campione) e il numero delle Nobel scende a 24 se consideriamo le studiose che lo hanno ottenuto nelle discipline scientifiche, economia compresa.