Il 4 ottobre del 2020 moriva la presidente dell’Anpi nazionale Carla Nespolo. Nata in una famiglia partigiana (il fratello di sua madre era il comandante Amino Pizzorno, la nonna era nota alle autorità fasciste come dissidente), laureata in Pedagogia all’Università degli Studi di Genova, professoressa di storia alle scuole superiori e parlamentare per il Partito comunista italiano prima, il Partito Democratico della Sinistra poi, Carla Nespolo sarà la prima donna a guidare l’Associazione nazionale dei partigiani, la prima Presidente dell’Anpi che non ha vissuto in prima persona la Resistenza.

Ci tenevo molto ad essere qui per portare un saluto di buon lavoro alla Cgil - diceva al 18° Congresso nazionale della Cgil nel gennaio del 2019 - Oggi viviamo un tempo difficile, lo è stato già detto da coloro che sono intervenuti prima di me. Questa è un’epoca dura, in Italia, in Europa e nel mondo intero, perché è in gioco uno dei cardini della democrazia: la difesa dei diritti umani e del diritto al lavoro, un lavoro rispettato, giustamente retribuito, gratificane e utile. Il pensiero  - continuava - non può non correre immediatamente alla Costituzione italiana e al suo splendido primo articolo. In questi tempi sono in tanti a cercare di cancellare la memoria storica del nostro Paese, quindi tocca ancora a noi antifascisti ricordare che la Costituzione italiana è stata prodotta dalla resistenza e ricordarne il dettato antifascista. In quella lotta di popolo, i lavoratori sono stati protagonisti, dando un contributo fondamentale alla caduta del fascismo, con gli scioperi del ‘43 e del ’44. Oggi lo sanno in pochi e in pochi cercano di trasmettere la memoria alle nuove generazioni. I giovani sono anche distratti da una condizione sociale precaria, ma sostituire il lavoro con l’assistenzialismo temporaneo non risolverà certo il problema. Per questo facciamo bene a lottare insieme, Anpi e Cgil. Difendere la democrazia in questo Paese non è mai stato semplice, ma oggi lo è ancora meno, perché è in atto una guerra tra poveri alimentata da una politica irresponsabile. Per questo dobbiamo continuare a lavorare insieme, giorno dopo giorno.

Così "la comandante" concludeva il suo intervento al Consiglio nazionale dell’Anpi del 5 novembre 2017 che la nominava segretaria: “Il modo giusto per strappare tanti giovani alle suggestioni nazi-fasciste, al mito della violenza e del razzismo è la conoscenza. Non ce n’è un altro. Lo diceva Gramsci. (…) E lo diceva Don Milani, quando sottolineava: “l’operaio conosce cento parole, il suo padrone ne conosce mille e riesce ad ingannarlo”. E allora la scuola, la cultura, la conoscenza, la formazione delle giovani generazioni sono indispensabili. Chi si ricorda, ad esempio, che l’Europa, l’idea stessa di Europa, l’Europa come l’abbiamo voluta noi, come la sogniamo noi è nata a Ventotene da quegli antifascisti al confino che si chiamavano: Spinelli, Rossi, Colorni, Ursula Hirschmann, ecc. Chi lo sa? Tocca a noi, ancora una volta, ricordarlo. Per contrastare una situazione che nasce - scusatemi la semplificazione - dal fatto che l’Europa dei mercati ha vinto sul sogno dell’Europa dei popoli. E allora ecco che può succedere che governi europei in cui comunque le regole democratiche vigono, possano tranquillamente intrattenere relazioni con Paesi come la Polonia, l’Ungheria, in cui vengono soppresse libertà democratiche fondamentali (…) No. Bisogna cambiare strada. Bisogna alzare forte la nostra voce contro questa situazione. E lo facciamo. E lo faremo. (…) L’Istituzione faccia la sua parte e non dimentichi che la Costituzione italiana non è a-fascista, la Costituzione italiana è anti-fascista”.

Parole che risuonano di un’attualità disarmante, parole che ci indicano con precisione e certezza la strada da seguire. La strada dell’antifascismo, della democrazia, la rotta delineata dalla nostra Costituzione, quella Costituzione che oggi si vuole cambiare “anche da soli”.

“Teniamoci forte, perché siamo forti. Siamo l’antifascismo: il cuore democratico del nostro Paese”, così Carla concludeva il suo intervento. Teniamoci forte, anche oggi, soprattutto oggi.