Ahmed (il nome è di fantasia) è un operaio di origine egiziana che lavora per una ditta edile in Veneto. È in Italia da molti anni, ma ha deciso di denunciare le condizioni di sfruttamento in cui vivono e lavorano lui e i suoi colleghi. “Finché era ancora in corso il 110% eravamo tanti, anche 40 o più, tutti egiziani – racconta –. Ora che è finito, sono stati ‘liberati’ in tanti. Il datore di lavoro ha degli appartamenti a nome della ditta, ammucchia la gente lì e gli scala l’affitto dallo stipendio”.

E ancora: “Adesso che il lavoro è calato, il padrone ha detto a molti: andatevene e cercate altro. Ma molti sono ancora lì, da più di un mese. Perché non sanno dove andare, non hanno altra scelta. Non parlano italiano, hanno un permesso di soggiorno per asilo che dura solo 6 mesi, e per rinnovarlo serve un contratto. Dove potrebbero andare? Sono schiavi. Ma qui anche se sei uno schiavo e lo sai, non hai nessuna alternativa”.