“Nell’ambito dell’iniziativa Fiom per l'apertura di un confronto con il Governo e le forze politiche sulla crisi che sta attraversando il settore dell’auto, si è svolto l’incontro con il gruppo parlamentare della Lega. Sono di oggi le cifre drammatiche fornite dall'Unrae, secondo cui nel primo semestre dell'anno sono quasi 500.000 le immatricolazioni in meno sul mercato dell'auto italiano e a fine 2020 si stima diventeranno 700.000.

La delegazione Fiom ha avuto un confronto utile con il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, al quale ha esposto la situazione di crisi generale del settore, che vede un forte calo del mercato delle immatricolazioni e di conseguenza un forte ricorso agli ammortizzatori sociali, sia negli stabilimenti di assemblaggio che nelle aziende della componentistica. Nei primi sei mesi la Fca ha venduto 138.681 macchine, il 48% in meno rispetto all'anno scorso.

La Fiom ha ribadito l’assenza di una politica industriale e nel confronto è emersa l'importanza strategica per cui sarebbero necessari la golden power e un ruolo centrale del Governo per la transizione tecnologica, altrimenti sarebbe a rischio l’intero settore, che vede impiegati 260.000 lavoratrici e lavoratori, nella sola produzione, e che fa da traino ad altri comparti.

“Occorre una seria riforma degli ammortizzatori sociali, coniugando formazione e riduzione degli orari per mantenere i livelli occupazionali e creare nuovi posti di lavoro. È necessario investire nella fase di transizione nelle motorizzazioni elettriche e ibride, salvaguardando l'occupazione attraverso l'incentivazione della riduzione dell'orario. Le motorizzazioni elettriche sono composte da meno parti da assemblare; ciò comporta una riduzione di ore di lavoro per la loro produzione”, dichiarano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e Simone Marinelli, coordinatore nazionale dell’industria dell’auto per la Fiom.

“È impensabile scaricare sui lavoratori questa fase di transizione energetica e tecnologica. Entro fine anno, ci sarà la chiusura del processo di fusione tra Fca e Psa, azienda che vede tra gli azionisti lo Stato francese: come Paese, siamo già in ritardo, ma si può ancora pensare a un rilancio. Per farlo, è necessario un accordo fra Governo, sindacati e aziende”, aggiungono i due dirigenti sindacali.