Riuscito in tutte le sedi del Gruppo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori Whirlpool. Tutti fermi gli stabilimenti di Siena, Fabriano, None, Comunanza, Napoli, Caserta e Varese, dove sono arrivati circa 2.000 lavoratori del Gruppo che hanno dato vita a una manifestazione colorata e rumorosa. Partito intorno alle 9 e 30 da Gavirate, il corteo ha raggiunto il piazzale antistante la direzione del Gruppo, a Comerio, dove la manifestazione è stata chiusa dagli interventi di alcuni delegati di fabbrica e da quelli dei tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm.

Nel suo intervento Maurizio Landini ha ribadito che "i lavoratori, uniti, respingono la logica sbagliata delle assunzioni da una parte e delle chiusure dall'altra, chiedendo all'azienda di cambiare il piano industriale". In particolare, il segretario della Fiom ha sottolineato che "non è accettabile la chiusura dello stabilimento di Caserta, un territorio che, come tutto il Mezzogiorno, sta pagando doppio il prezzo della crisi". "Auspichiamo - ha concluso Landini - che dall'incontro del prossimo 17 giugno cominci una trattativa vera e che anche il Governo faccia la sua parte."

“I lavoratori sono sempre stati uniti, questa è la prova della volontà di trovare una soluzione senza chiudere nessuna fabbrica”. Queste le prime parole del segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini a Varese.“Siamo interessati – aggiunge Landini – al fatto che Whirlpool investa in Italia, ma nessun lavoratore deve pagare il doppio: la Campania e il Sud stanno pagando un prezzo pesante alla crisi e in questo piano industriale”.

La manifestazione, indetta assieme a una giornata di sciopero nazionale, è stata proclamata dopo il fallimento del negoziato tra governo, azienda e sindacati dello scorso 9 giugno. A motivare la protesta, i piani dell’azienda che prevedono esuberi per oltre 2 mila dipendenti, tra cui la chiusura dello stabilimento casertano dove sono impiegate circa 850 persone. Per Landini “bisogna trovare un equilibrio fra le attività produttive e creare una discussione vera. Landini ha riconosciuto che “alcune cose nuove ci sono state”, come “la soluzione per mantenere i posti di lavoro allo stabilimento di None” (in provincia di Torino), oppure il “nuovo prodotto” pr quello di Napoli. Ma in questo piano, conclude Landini, “è prevista la chiusura dell’impianto casertano di Carinaro, che per noi è inaccettabile”.

"Tutti noi - ha spiegato Landini -  non accetteremo mai la chiusura di Carinaro e quindi e' necessario che la prossima settimana si apra un confronto vero con il governo che faccia fino in fondo la sua parte: noi, piu' del governo, siamo interessati a che l'economia riparta e che si creino posti di lavoro, non migliaia ma milioni".

"La grande partecipazione allo sciopero ed alla manifestazione di Varese dei lavoratori di Whirlpool deve indurre l'azienda a fare un passo indietro, ritirando i licenziamenti e  presentando un nuovo piano produttivo che riporti in Italia le  produzioni, salvaguardi l'occupazione e e dia una prospettiva di  sviluppo a tutti gli stabilimenti del paese". E' questo l'appello del  segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. Il Governo, aggiunge Furlan, "deve fare di più, intervenendo a  garanzia dell'intesa siglata nel dicembre 2013, affinché tutti i siti  abbiano una missione produttiva. Noi non vogliamo assistenzialismo, ma sviluppo produttivo e salvaguardia dell'occupazione. Chiudere gli  stabilimenti, in particolare nel Mezzogiorno, significa fare un regalo alla malavita e alle mafie che lucrano sulla disperazione della gente  e di chi perde il lavoro".

aggiornato alle 16:17