“Diciamoci la verità, non pensavamo di tornare qui così presto, sono passate solo poche settimane da quel pomeriggio nel quale abbiamo gioito perché finalmente erano state cancellate quelle misure per cui la Cgil aveva raccolto oltre 3 milioni di firme”. Con queste parole Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil nazionale, ha concluso il presidio organizzato dalla Cgil in piazza del Pantheon contro la “manovra” in corso al Senato, dove proprio oggi, in commissione bilancio, potrebbe essere discusso un emendamento che reintroduce “quello che milioni di italiani hanno deciso di abolire”.

Per Fracassi l’operazione è ancora più subdola perché i voucher verrebbero reintrodotti sotto falso nome: “Non hanno nemmeno la decenza di essere trasparenti – ha detto la segretaria confederale - ci dicono che c’è una differenza perché in questo caso si tratterebbe di un vero contratto di lavoro, ma allora forse c’è bisogno di spiegare loro cosa è un contratto di lavoro, perché quello che leggiamo nel testo dell’emendamento non c’entra nulla con un contratto, mentre ripropone appieno quegli elementi di abuso e illegalità che i voucher hanno consentito”.

Per Fracassi siamo dunque di fronte ad un problema di democrazia: “Quando si aggirano le regole e si decide che la firma di milioni di cittadini non vale nulla – ha concluso la segretaria – è evidente la lesione che si produce alla democrazia. Ed è ancora più grave che a determinare questa lesione siano gli stessi rappresentanti istituzionali e costituzionali, che al contrario dovrebbero essere i primi a rispettare la volontà popolare”.