Il risultato del referendum è molto positivo, oltre le aspettative, e nella vittoria del No anche la Cgil ha fornito un contributo importante. Così Alfiero Grandi, vice presidente del Comitato del No, commenta l'esito elettorale raggiunto da Rassegna Sindacale. "Siamo andati al di là delle aspettative che avevamo - esordisce -: dentro questo risultato c'è una volontà di partecipazione straordinaria, che supera le elezioni degli ultimi anni. Al contrario di quanto pensavano alcuni, la grande affluenza non ha determinato la vittoria del Sì, ma i votanti hanno scelto chiaramente il No".

È una vittoria "che arriva con quasi 20 milioni di voti ed è largamente trasversale: hanno respinto la riforma tanti giovani e lavoratori, dentro il no ci sono quote di diversi strati sociali". Proprio quegli strati che al governo sono mancati: "Ha pesato la condotta dell'esecutivo, tra cui le molte sciocchezze dette nei confronti del sindacato e delle parti sociali, i momenti di confronto che sono stati definiti 'riti del passato': anche questo ha portato alla sconfitta di Renzi".

Il Comitato del No ha sempre criticato le modifiche costituzionali: "Le abbiamo ritenute sbagliate, pericolose e un pasticcio - riflette Grandi -, ma c'è anche un altro elemento: abbiamo detto con chiarezza che, nel momento della vittoria del No, sarebbe affondato anche l'Italicum. Il voto trascina nella polvere un sistema elettorale assolutamente sbagliato, che era intrecciato alle modifiche costituzionali. Ora il campo è sgombro". Un referendum che consegna una lezione: "Prima di mettere mano alla Costituzione occorre percepire che le modifiche vanno discusse con gli elettori in campagna elettorale, facendosi dare un mandato preciso, evitando pasticci e strappi. Questa proposta di riforma era tutta sbagliata, adesso abbiamo un risultato da mettere in sicurezza".

Nella campagna la Cgil ha avuto un ruolo importante. "È stato un intervento pesante - a suo avviso -, pur rispettoso delle posizioni diverse che convivono all'interno della Confederazione e della necessità di mantenere rapporti unitari con gli altri sindacati. Pensiamo al contratto dei metalmeccanici, firmato in modo unitario: ecco, quel contratto e il referendum vanno insieme e dimostrano che un risultato importante si può ottenere con battaglie politiche in comune". La Cgil non ha aderito ai comitati del No: "Non è stato un problema - spiega Grandi-, anzi una grande organizzazione ha gestito in piena autonomia il rapporto con i suoi lavoratori e iscritti. Il sindacato di Corso d'Italia ha fatto una grande battaglia, condotta insieme all'Anpi e all'Arci: questo ha aiutato molto, perché al mondo del lavoro si è rivolta la Confederazione maggiore. Il risultato ci consente di dire che la Cgil ha dato una grossa mano", conclude.

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