I 4 mila esuberi (su 14 mila addetti), il risanamento ambientale, il piano industriale, i ricorsi presentati dagli enti locali pugliesi. Sono tanti e complessi i temi all’ordine del giorno del vertice sull’Ilva che si tiene oggi (martedì 30 gennaio) a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico (appuntamento alle ore 10), alla presenza di Am Investco (la cordata formata da ArcelorMittal e Marcegaglia che intende acquisire la società), sindacati e governo. Questo primo incontro è dedicato all’impianto di Taranto, seguiranno poi i due summit di mercoledì 31 (alle ore 10 e alle 14.30), rivolti ad approfondire la situazione degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure, e quello di giovedì 1 febbraio (alle 14.30), dedicato ai siti produttivi di Piemonte e Liguria.

Nell’ultimo vertice generale, risalente al 10 gennaio scorso, la Am Investco ha presentato l’analisi del settore internazionale dell’acciaio e le proprie strategie riguardo gli stabilimenti italiani. Un incontro “interlocutorio”, lo hanno definito i sindacati, che si aspettano ora un’accelerazione del negoziato. “La condizione irrinunciabile per qualunque ipotesi di accordo è l'assunzione di tutti i lavoratori attualmente in carico all'Ilva da parte di Arcelor Mittal, mantenendo gli attuali livelli retributivi e i diritti acquisiti” ha commentato nei giorni scorsi il segretario generale della Fiom Cgil nazionale Francesca Re David: “Nessuno pensi di lasciare il tema degli esuberi in fondo, o di affrontarlo in breve tempo”.

Una buona notizia intanto c’è stata. Nel “tavolo tecnico” di mercoledì 17 gennaio, dedicato allo stabilimento Ilva di Genova Cornigliano, Arcelor Mittal “ha riconosciuto la legittimità dell'Accordo di programma del 2005 – ha detto Re David - che per noi significa riconoscere la piena occupazione dei 1.500 lavoratori, senza esuberi”. L’Accordo prevede, a fronte della chiusura degli impianti a caldo per motivi ambientali, nuovi investimenti, il mantenimento dei livelli occupazionali e la concessione di aree demaniali all’azienda. “La piena occupazione va riferita non solo a Genova, ma alla vertenza in generale” ha poi aggiunto il segretario generale Fiom, precisando che “la trattativa comunque va avanti e dovrà essere approfondita”.

Sull’intera trattativa, però, pesa ancora il conflitto istituzionale aperto dai ricorsi al Tar di Lecce da parte di Regione Puglia e Comune di Taranto sul piano ambientale per l’impianto tarantino (contenuto nel Dpcm Ilva del 29 settembre 2017). Il 3 gennaio il governo ha inviato a tutte le parti coinvolte un protocollo d’intesa sul tema, allo scopo di superare il conflitto aperto con i ricorsi: uno schema “con impegni cogenti – si legge nella premessa – che verranno trasfusi in obbligazioni contrattuali tra Am Investco e amministrazione straordinaria”. Il documento è stato però bocciato da Regione e Comune, che il 10 gennaio hanno inviato al governo a propria volta una proposta per un Accordo di programma per Taranto, legando il ritiro dei ricorsi all’accettazione del loro documento. Il braccio di ferro, dunque, per ora continua.