Due operai e un autotrasportatore hanno perso la vita ieri, martedì 6 dicembre, all’interno di altrettante aziende venete. Sono Giancarlo Campese, 55 anni, dipendente della falegnameria Baldin di Sandrigo, Gino Menegazzo, autotrasportatore, 78 anni, alla Stabila di Isola Vicentina, Damiano Varetto, 38 anni, dipendente della Plastotecnica di Bagnoli di Sopra. Tre vite spezzate, tre famiglie nel lutto, tre casi in cui il lavoro, anziché fonte di vita, di realizzazione e di reddito si trasforma in causa di morte, senza guardare in faccia condizioni ed età. “È inaccettabile – sostiene Tiziana Basso, della segreteria Cgil Veneto – che nel 2016 si debba ancora morire sul lavoro e che questa piaga, anziché diminuire, sia in spaventoso aumento”.
Padova, incidente mortale alla Plastotecnica
Tra il 2015 e il 2016, nel Veneto, le morti sul lavoro sono aumentate del 22%, passando da 59 eventi mortali, accaduti nelle aziende tra gennaio e ottobre dell’anno scorso, ai 72 di quest’anno. Se ad essi si aggiungono gli incidenti in itinere, si arriva a sfiorare il dato spaventoso di 100 persone che hanno perso la vita nel legame col lavoro. In aumento anche il numero totale degli infortuni, che nella regione nel periodo tra gennaio e ottobre passano dai 51.842 del 2015 ai 53.509 del 2016 (e da 60.158 a 62.226, includendo anche quelli in itinere, con un +3,5%). Significa più di un morto ogni 2 giorni lavorativi e 365 infortuni al giorno, parte dei quali con esiti invalidanti.
“Questa che si profila come una vera e propria emergenza – sostiene la sindacalista –, va affrontata con determinazione da parte di tutti i soggetti che possono avere voce in capitolo, perché il diritto alla sicurezza e alla salute deve essere un bene inalienabile di ogni lavoratore. Meno investimenti in sicurezza, maggiore precarietà, permanenza al lavoro in età più elevate, sono tra le cause principali di questo stillicidio che non potremo mai accettare. Il sindacato è sempre stato attento su questo fronte, sia a livello contrattuale che nel rafforzamento della rete dei delegati alla sicurezza".
"Ma occorre andare avanti e fare di più. La Cgil ha presentato una proposta di legge d'iniziativa popolare (Carta dei diritti) per affermare una serie di diritti fondamentali per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia lavorativa. Quello alla sicurezza rientra tra questi, così come nel mondo degli appalti il ripristino della responsabilità solidale dei committenti (sostenuta dalla Cgil con una proposta referendaria) rappresenta un rafforzamento delle tutele anche sul versante della sicurezza. Infine, occorre un maggiore sforzo sul piano ispettivo, ricercando il massimo di efficacia nel lavoro degli enti preposti (Inail Spisal, Ispettorati) cui va garantita una dotazione organica all’altezza della situazione”, conclude la dirigente sindacale.