Filcams Fisascat e Uiltucs aderiscono e condividono le motivazioni della raccolta di firme che si terrà davanti alle chiese il 25 novembre contro la liberalizzazione senza regole delle aperture domenicali e festive. Lo annunciano in una nota le segreterie delle tre federazioni del Veneto.

“Noi – si legge nella nota – sosteniamo che la materia delle aperture e degli orari deve tornare alle Regioni, che nel confronto sul territorio trovino soluzioni delle aperture nello spirito del rispetto della festività. La battaglia delle domeniche non è solo una battaglia di fede ma antropologica, come giustamente sostiene Monsignor Bregantini. Il senso del riposo domenicale ha un valore di fede, che noi rispettiamo, ma anche una funzione di alimentare relazioni sociali, rispetto per le lavoratrici e i lavoratori, consumo responsabile, cura dello spirito”.

Tutti i dati in nostro possesso – prosegue la nota – ci dicono che le aperture domenicali non hanno aumentato e non aumentano i consumi, non creano buona occupazione, svuotano i centri storici, alimentano un mercato senza regole dove vince il più forte. Anche noi vogliamo un lavoro che dia dignità e una società dove ci sia consapevolezza e responsabilità. Noi oggi siamo chiamati a costruire un futuro migliore e questo passa dalla dignità del lavoro, da un lavoro che per essere tale ha nella sua natura i diritti”.

Per queste motivazioni le tre segreterie invitano le lavoratrici e i lavoratori del commercio e di tutti i settori del comparto a sottoscrivere l’appello della Cei davanti alle chiese il 25 novembre.

“Anche per questi motivi – conclude la nota – diciamo ‘Il Natale non si tocca’. Chiediamo che in questi giorni, prima del Natale, le amministrazioni comunali, le associazioni imprenditoriali, i consumatori, i partiti, si esprimano con molta chiarezza e forza perché il giorno della festività di Natale le attività commerciali rimangano chiuse per dare la possibilità anche alle lavoratrici e ai lavoratori del commercio di godere della festività”.