La conferenza di organizzazione è “una tappa del percorso di cambiamento che dovremo affrontare”. Lo ha detto Enrica Valfré, segretaria generale della Camera del lavoro di Torino, nel suo intervento all’Auditorium: “Da qui - ha spiegato - deve proseguire un percorso di sperimentazione perché dobbiamo cambiare, perché cambia il mondo intorno a noi, e l’efficacia del nostro ruolo, e l’apporto sindacale allo sviluppo del paese. Dobbiamo produrre cambiamenti organizzativi partendo dai nostri limiti e punti di forza”.

“Cambia il mondo - ha proseguito -. La crisi ha alimentato le disuguaglianze. E’ cambiato il lavoro, la legislazione in cui si svolge, la conformazione sociale, si sono allentate o rotte le relazioni tra le persone, dentro e fuori dei luoghi di lavoro”. Per questo, secondo Valfré, “dobbiamo conoscere il lavoro”, ma - si chiede - “quali strumenti ci diamo per conoscerlo? Come riconosciamo le forme di sfruttamento, dal caporalato alle coop sociali? Per conoscerle dobbiamo stare nei luoghi di lavoro. E le assemblee devono essere un pezzo costitutivo del nostro operare”.

“Conoscere per rappresentare: ma è difficile costruire una solidarietà tra lavoratori sempre più soli e diversi”, per questo - prosegue Valfré - “dobbiamo provare a ricostruire l’unità e un patto tra lavoratori. Dobbiamo declinare una nuova idea di confederalità insieme alla centralità delle Camere del Lavoro”. Valfré ha fatto l’esempio degli “sportelli resistenti” avviati a Torino, dove si forniscono informazioni ai precari, ma dove si “rompe anche la solitudine, si costruisce solidarietà”. “I nostri servizi sono lo strumento per leggere bisogni e dare tutele, e devono essere in cooperazione con le categorie. Facciamo diventare i servizi non solo più accoglienti ed efficaci, ma anche uno strumento di contrattazione. Dobbiamo sperimentare la contrattazione inclusiva, e far fare un salto di qualità alla nostra contrattazione sociale. Come creiamo lavoro? Come proviamo a ridurre la precarietà? Come proviamo a ridurre l’espansione dei voucher nel commercio? Come proviamo a contrattare con chi ha le risorse, penso ad esempio alle fondazioni bancarie?”.

“Per recuperare sintonia occorre ripartire da delegati, pensionati, da problemi e condizioni materiali. Per questo proponiamo l’assemblea generale: è un primo passo ma non basta. A Torino abbiamo proposto di costruire comitati territoriali”, ricorda sempre la sindacalista, ma il contrasto all’iniquità deve passare dalla battaglia sulle pensioni e dal rinnovo dei contratti: “Se la distribuzione non la fa il governo, la facciamo coi contratti, dobbiamo rinnovare i contratti nazionali. Pensioni e contratti devono essere al centro della nostra iniziativa dei prossimi giorni”.

“La Cgil - ha concluso Valfré - sia un luogo di pensiero collettivo dove si costruiscono legami per una società più giusta, più accogliente, meno povera e meno sola”.