Si è tenuto oggi (venerdì 16 febbraio) a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, il primo tavolo di confronto, chiesto dalla Fiom e dalla Cgil nelle scorse settimane, con i sindacati sul futuro industriale e occupazionale dell'automotive, e in particolare di Fca in Italia. La Fiom e la Cgil ritengono "positivo l'avvio del confronto perché questo tiene insieme sia le urgenze sia il tema degli investimenti nelle politiche industriali in un settore attraversato da un radicale cambiamento. Fondamentale è che il confronto prosegua, anche con una presenza delle imprese, a partire da Fca".

Francesca Re David (segretaria generale Fiom), Michele De Palma (segretario nazionale Fiom) e Maurizio Landini (segretario nazionale Cgil) rinvengono la "necessità di un piano sul settore che si basi su innovazione tecnologica (auto elettriche e ibride e a guida autonoma) e implementazione dell'occupazione in Italia, sia per la parte di ricerca e sviluppo sia per quella produttiva, avendo le condizioni di base come sistema Paese". Per la Fiom e la Cgil "la Fca è centrale nel futuro del settore. Le ipotesi circolate nei giorni scorsi su possibili spin off di Magneti Marelli e Iveco da Fca e Cnh aumentano le incertezze e le preoccupazioni perché rischiano di avere un effetto negativo sia dal punto di vista del valore dei gruppi, che industriale e occupazionale".

Re David, De Palma e Landini ritengono "urgente il confronto prima che l'amministratore delegato, con l'investor day previsto a giugno, comunichi il nuovo piano agli investitori, visto che nel 2018 non sarà raggiunto l'obiettivo previsto dall'azienda della piena occupazione. I tempi stretti sono dettati anche dal fatto che a oggi non c'è allineamento tra gli ammortizzatori sociali e il piano industriale e occupazionale, a partire dagli stabilimenti di Mirafiori, Pomigliano e Nola, dove sono in scadenza entro l'anno i contratti di solidarietà. Inoltre, il calo dei volumi sul 'polo del lusso', e il fatto che modelli come Mito, Giulietta e Punto in modo diverso sono a 'fine corsa', hanno un effetto negativo sugli stabilimenti di Grugliasco, Modena e Cassino e Melfi".

Fiom e Cgil, infine, hanno proposto al ministro "il tema della transizione dai motori 'tradizionali' alle soluzioni alternative, ibrido ed elettrico, perché il mercato del diesel è sempre più in contrazione, e questo ha un impatto negativo sull'occupazione negli stabilimenti che producono motori diesel, come Pratola Serra e la Vm di Cento. Al termine dell'incontro con il ministro si è convenuto di condividere un quadro della situazione produttiva e occupazionale e di continuare il confronto tra due settimane".