“Dobbiamo indurre la Commissione europea, particolarmente sorda alle istanze del mondo del lavoro, a produrre atti legislativi che cambino le politiche di austerità e affrontino il tema della crescita, ovviamente della crescita sostenibile, come leva per superare la crisi. Ci auguriamo che quest’iniziativa riesca a centrare l’obiettivo”. A dirlo è Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa della Cgil, parlando della raccolta di firme (ne servono un milione in almeno sette paesi dell'Unione) avviata tra i cittadini europei, che ha come base “il Piano per un nuovo corso in Europa approvato nel novembre scorso dalla Confederazione europea dei sindacati”.

A sostenere queste azioni sindacali, spiega Durante ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podast), ci sono le associazioni e i movimenti della società civile, a partire dal Movimento federalista europeo, che “ha deciso, e noi come sindacato confederale italiano supportiamo questa decisione, di dare corso alla raccolta di firme, sfruttando la possibilità dell’Iniziativa dei cittadini europei, che è un modo con il quale i cittadini dell'Unione possono far sentire la propria voce su singoli temi specifici alle istituzioni di Bruxelles”.

Nella giornata di oggi (24 marzo) sono in programma le conferenza stampa di presentazione della campagna in Italia e in Francia. Nei prossimi giorni, e comunque entro la fine di questa settimana, sono previste iniziative analoghe di presentazione negli altri paesi in cui è costituito il comitato nazionale a sostegno del Comitato europeo per la raccolta delle firme.

“Molto utile per la divulgazione dell’iniziativa – conclude Durante – è l'impegno congressuale della Cgil, così come potranno essere utili tutte le iniziative per il Primo Maggio, per fare in modo che ci sia già dall'avvio di questa raccolta di firme, che può durare un anno, un risultato significativo. Per raccogliere le firme, che possono essere apposte sia su moduli cartacei sia online, utilizzeremo tutte le iniziative per la campagna elettorale delle elezioni europee. Anche perché, come abbiamo visto dalle elezioni amministrative francesi di ieri, se non si cambiano queste politiche di austerità, di rigore, di taglio al welfare e alla spesa pubblica, alla fine vince la destra e l'idea di Europa deperisce”.