Dieci proposte per il lavoro e la legalità, a partire dal riutilizzo delle aziende confiscate alla mafia e dalla tutela dei lavoratori. Le hanno presentate oggi (19 luglio) la Cgil e la Flai a Castel Volturno, nell'iniziativa dal titolo "Tuteliamo il lavoro pulito". Una giornata particolare per il sindacato, che è arrivata nel ventennale della morte del magistrato Paolo Borsellino.

"Nel minuto di silenzio in ricordo di Paolo Borsellino, nel corso di questa nostra iniziativa abbiamo dato un senso diverso alla parola commemorazione, cioè commemorare significa fare cose concrete per contrastare l'illegalità e dire basta a chi vorrebbe non vedere". Lo ha dichiarato il segretario generale della Flai, Stefania Crogi.

Quella di oggi è stata "un'iniziativa necessaria - ha aggiunto - affinché vengano previste norme per accorciare i termini di affidamento di un bene e del suo reale utilizzo. Sequestro, confisca e assegnazione sono fasi che presentano tempi troppo lunghi con conseguenze pesanti per la ripresa della produzione e per il destino lavorativo di coloro che vi erano occupati. Con queste proposte . quindi - vogliamo dimostrare che si può invertire tale tendenza, vogliamo dimostrare che la criminalità non dà lavoro ma sfruttamento e che la legalità non solo è giusta, ma conviene".

Il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, insieme a Crogi si è soffermata sul territorio in una dichiarazione congiunta. "In questo territorio - hanno detto le sindacaliste - convivono la grande tradizione della filiera bufalina, le esperienze di emersione alla legalità, rappresentate dalla cooperativa Don Peppe Diana che produce la 'mozzarella della legalità', ed episodi come il recente fatto giudiziario che ha coinvolto l'azienda Mandara, e che rischiano di indebolire il lavoro che per anni si è fatto per portare i prodotti bufalini casertani a livello di eccellenza e marchio dop riconosciuto come qualità al livello internazionale".

Qualità e legalità sono la chiave di competizione e sviluppo, e possono rappresentare una valida riposta alla crisi. Per queste ragioni, hanno spiegato, Flai e Cgil "chiederanno subito: di incontrare l'amministratore giudiziario nominato per l'azienda Mandara, al fine di garantire la continuità lavorativa dell'impianto e la sicurezza occupazionale per i lavoratori coinvolti; di vedere il Prefetto e chiedere la verifica sui controlli attuati per il rilascio del marchio dop e la certificazione del rispetto dei protocolli di lavorazione; verificare le condizioni per costituirsi parte civile nei confronti di quelle aziende che violando le regole rischiano di compromettere lo sviluppo e le opportunità".

LE PROPOSTE. Ecco il decalogo di proposte che è stato presentato all'interno dell'iniziativa. 1) Trasparenza delle informazioni e white list delle aziende sequestrate e confiscate 2) istituzione dell'Ufficio Attività produttive e sindacali presso l'Agenzia 3) istituzione presso le prefetture dei tavoli provinciali permanenti sulle aziende sequestrate e confiscate 4) misure in favore dei lavoratori e delle lavoratrici delle aziende sequestrate e confiscate 5) misure a sostegno della legalità delle imprese 6) istituzione di un Fondo per le aziende sequestrate e confiscate 7) emersione del lavoro irregolare, tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nelle aziende sequestrate e confiscate 8) fissare un'udienza di verifica dei crediti e saldo dei creditori 9) destinare a fini sociali le aziende confiscate 10) corsi di formazione dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate.