"Torniamo a denunciare con forza la situazione che interessa circa 300 dirigenti dell'azienda ex Usl 2 di Perugia ai quali sono stati sottratti circa 800 euro dallo stipendio di risultato. Lo ripetiamo: intervenga l'assessore Barberini". Così in una nota il segretario generale della Cgil Umbria, Vicenzo Sgalla, e la segretaria generale della Fp Cgil Umbria, Vanda Scarpelli.

"Lo avevamo detto dall'inizio - scrivono - l'unificazione, per come concepita, avrebbe portato danni ai servizi ed agli operatori senza alcun risparmio. Così è stato, purtroppo, ma questo provvedimento della Usl Umbria 1 supera il segno. Entra direttamente nelle tasche dei dirigenti della vecchia Usl 2, senza pensare ad una perequazione tra i lavoratori, ad una omogeneizzazione dei trattamenti". 

"Dopo tre anni ci troviamo a questo punto - insistono Sgalla e Scarpelli - non si organizzano i servizi per offrire la stessa qualità su tutto il territorio, ma si unificano i fondi per togliere il 30% ad ogni dirigente di una delle vecchie aziende. Non possiamo più parlare di buona sanità in Umbria".

Secondo i due esponenti sindacali, "qualunque sia la motivazione formale, niente, e nessuna norma, o ragioniere, può giustificare che un processo di unificazione di aziende sanitarie, deciso dalla Regione Umbria, possa portare a togliere soldi a chi storicamente ha diritto a quei soldi. Una eventuale differenza di fondi avrebbe dovuto essere coperta dall'Azienda, non da chi lavora. Per questo verificheremo anche la possibilità di eventuali azioni legali a tutela dei lavoratori".

Tra l'altro tutti gli operatori sanitari hanno il contratto bloccato da 6 anni, per le scelte dei governi nazionali, e sono penalizzati nella carriera e nella loro professionalità.

Questa è infine la stessa Azienda che sostiene di dover chiudere 74 strutture semplici, ma rinvia la copertura della metà delle strutture complesse (48) che ha deliberato: si leggono evidentemente le leggi un rigo sì e un rigo no.

Il Direttore non sfugga alla responsabilità delle sue scelte e l'assessore Barberini si faccia carico del problema, ristabilendo un minimo di rispetto per la dignità di chi ogni giorno manda avanti questo sistema sanitario umbro, nonostante gli ostacoli e le penalizzazioni spesso frapposti dalle amministrazioni.