Il Tar del Lazio ha accolto l’ultima tranche del maxi-ricorso Udu 2016 sulla mancata sottoscrizione della scheda anagrafica, patrocinata dallo studio legale dell’avvocato Michele Bonetti, con il quale abbiamo ottenuto la reintroduzione in graduatoria per l’anno 2016-2017 di circa 1000 studenti. Così commenta Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “È l’ennesima vittoria da noi riportata sul tema dell’accesso: ancora più importante questa terza tranche perché, dopo un primo momento in cui erano stati rigettati alcuni nostri provvedimenti accusati di riguardare posizioni troppo eterogenee, oggi il Tar si è espresso su quegli stessi casi avallando le ragioni del nostro maxi ricorso".

"È una vittoria che quindi ribadisce la bontà della nostra azione collettiva – continua Marchetti –. Da subito, già lo scorso anno, avevamo segnalato come non fosse possibile pregiudicare il diritto allo studio degli studenti per un mero vizio formale. Ora 1000 studenti vedranno riconosciuto il loro diritto ad essere reinseriti in graduatoria e potranno concorrere regolarmente per entrare a studiare nella facoltà sperata e scelta per il proprio futuro”.

Continua Marchetti: “Avevamo chiesto in ogni modo possibile al Miur di rivedere il D.M. 546/2016 nella parte riguardante l’annullamento della prova per mancata sottoscrizione della scheda anagrafica. La vittoria di oggi ci dà un quadro estremamente chiaro. Il Miur deve prendere immediatamente atto di queste vittorie Udu: dia subito attuazione a quanto disposto oggi dal Tar e non rallenti ulteriormente il percorso di questi studenti.”

Conclude la coordinatrice dell’Udu: “Da anni portiamo avanti con numerosi successi una battaglia contro il numero chiuso. È venuto il momento di dire basta! Abbiamo presentato come gruppo Udu in Cnsu una mozione, approvata all’unanimità, in cui chiediamo al ministero la convocazione di un tavolo per rivedere l’attuale sistema di accesso. Il neo-ministro dimostri la volontà di invertire la rotta e rivedere questo modello che oramai fa acqua da tutte le parti: è necessario andare verso il libero accesso.”