“La Tmm è stata messa in liquidazione, non sarà facile che la proprietà ci ripensi”. A dirlo è Marco Comparini, segretario generale della Fiom Cgil pisana, parlando ai microfoni di RadioArticolo1: “La scommessa è, da un lato, trovare un imprenditore della zona che si renda disponibile a rilevare la società, dall’altro, ‘costringere’ la Piaggio a mantenere le commesse sul territorio e non a spostarle in altre parti del mondo, soprattutto nel Sud-Est asiatico dove ha già degli stabilimenti”.

Per Comparini la vera partita per la Tmm, ma più in generale per l’intera industria metalmeccanica del territorio, riguarda le intenzioni della Piaggio. “Sono stati loro, negli anni ottanta, a creare l’indotto” continua: “Ma con il tempo, e con l’avanzare della globalizzazione, sempre loro hanno imposto alle aziende terziste di abbassare i prezzi dei componenti che acquistavano, sotto la minaccia di farseli produrre da altri”.

Questo ha portato al progressivo depauperamento dei fornitori, ai bilanci negativi delle aziende, a non avere più lavoro per tutto l’anno ma solo per determinati periodi, con grande uso degli ammortizzatori sociali. “Come appunto è successo alla Tmm – dice Comparini - che adesso, non ritenendo più profittevole ciò che fa, decide di licenziare tutti e chiudere”. La Piaggio, prosegue il segretario Fiom, “ha ‘strangolato’ l’indotto chiedendo e imponendo prezzi più bassi. Ma deve rendersi conto che ha una responsabilità sociale nei confronti del territorio, perché è questo territorio che l’ha fatta uno dei marchi più importanti al mondo”.