"Nel 50esimo anniversario delle manifestazioni popolari in Tibet contro la repressione cinese, culminate con l'esilio in India del Dalai Lama e di migliaia di tibetani, e' forte la stretta delle autorita' cinesi, che controllano militarmente il territorio, impediscono ogni pacifica protesta, imprigionano centinaia di cittadini e di monaci". La denuncia arriva da Nicoletta Rocchi, Segretaria confederale Cgil, che aggiunge: "E' un clima che invece di favorire il confronto e il dialogo, rafforza le spinte piu' radicali, alimenta la diffidenza e l'odio e rischia di sfociare in nuove rivolte violente, come quella dello scorso anno, ancor piu' violentemente repressa". "Eppure - osserva Rocchi - la posizione da tempo rappresentata dal Dalai Lama, che insiste sulla salvaguardia dei valori culturali dell'identita' del popolo tibetano e su una reale autonomia, dovrebbe essere colta in tutta la sua portata dalle autorita' cinesi, evitando il vicolo cieco della pura repressione o della 'conquista demografica' del Tibet".