Prosegue fino a lunedì lo sciopero nei cantieri del versante piemontese del Terzo Valico ferroviario, precisamente in provincia di Alessandria, indetto dai sindacati edili di Cgil, Cisl e Uil. “Le richieste sono sempre le stesse: più salario e più sicurezza” spiega Massimo Cogliandro (Fillea): “Da mesi abbiamo solo parole, è arrivato il momento di risposte serie e concrete”. Un’infrastruttura strategica di grande importanza, realizzata dal general contractor Cociv e che riguarda la tratta tra Genova e Milano, che però si sta realizzando – sostengono i sindacati – con l’imposizione di turni massacranti (otto ore in galleria, quando dovrebbero essere quattro) e l’insufficiente osservanza delle misure di sicurezza e tutela personale dei lavoratori.

Da lunedì 2 a mercoledì 5 maggio si sono svolte tre giornate di sciopero unitario nei sette cantieri interessati (tre in Liguria e quattro in Piemonte). I sindacati sottolineano la presenza di amianto (contenuto nella roccia con cui si lavora, tanto è vero che le perforazioni nella galleria ligure di Cravasco sono state bloccate per sette mesi proprio per la presenza nell’aria di fibre di asbesto) e la più generale mancanza di sicurezza nello scavo in galleria: “Abbiamo chiesto il rispetto delle norme in materia di sicurezza, come l'accesso al cosiddetto Documento di valutazione dei rischi, ma finora non ci è stato consentito di visionarlo” ha spiegato il responsabile Fillea Liguria Fabio Marante. Altro tema posto dai sindacati, e finora eluso dai responsabili aziendali, è quello delle integrazioni salariali per gli operai, costretti appunto a orari raddoppiati e condizioni ambientali e di sicurezza molto precarie.

Le ragioni dello sciopero sono tante e gravi, hanno spiegato nei giorni scorsi in una nota i tre segretari generali piemontesi della Feneal Uil Tiziana Del Bello, della Filca Cisl Pier Luigi Lupo e della Fillea Cgil Massimo Cogliandro: “Troppo spesso gli orari per gli operai sono disumani, approfittando del fatto che ancora hanno il contratto a termine, mentre in galleria troppe volte sono fatte lavorazioni a rischio”. I tre esponenti sindacali rimarcano anche alcuni aspetti particolari: “”Il cantiere di Arquata è sprovvisto di acqua potabile e spogliatoi, mentre nel campo base di Pian dei Grilli, quando piove, dai rubinetti scende acqua di colore nero”. Più in generale, Bello, Lupo e Cogliandro rilevano “che la contrattazione per il salario va avanti in modo estenuante, da oltre sei mesi senza alcun significativo risultato a vantaggio dei lavoratori”, concludendo riguardo “l'assenza di ricadute positive per il territorio e la creazione di posti di lavoro, così come era stato promesso”.