Giudizio positivo dei sindacati sulle linee strategiche del piano d'impresa presentato oggi dall'Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, alle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che parlano apertamente di svolta: "Dopo decenni di stagnazione durante i quali si è, essenzialmente, gestito il quotidiano, finendo però per perdere quote importanti di mercato e, soprattutto, di leadership nell’innovazione, oggi Telecom presenta un piano che, se attuato, può davvero rimetterla al centro del processo di innovazione del paese". 

"L’Ad ha descritto un’azienda
che, nel prossimo triennio, punterà alla crescita grazie ad una previsione di investimenti pari a circa 10 miliardi di euro – si legge in una nota – . Di questi investimenti una parte considerevole, circa 3 miliardi, sarà destinata allo sviluppo della Ngn (mezzo miliardo sarà finalizzato allo sviluppo della Ftth). Un miliardo verrà destinato all’ulteriore implementazione della rete mobile Lte, con l’obiettivo di raggiungere per il 2017 il 95% della popolazione e, cosa ancora più importante, l’80% del territorio".

Mezzo miliardo d'investimenti verranno destinati allo sviluppo del Cloud, ultimando il data center in costruzione e prevedendone la costruzione di un secondo. "Complessivamente si tratta di un investimento importante – è il giudizio dei sindacato –, maggiorato di più di un miliardo rispetto a quanto previsto nel precedente piano, che nelle intenzioni del management aziendale vuole imprimere alla politica di Telecom un accelerazione nel campo dell’innovazione tecnologica e la consolidi nel ruolo di leader nel campo della telefonia sia fissa che mobile".

Questo piano di sviluppo rappresenterà, nelle intenzioni di Telecom, un importante punto di svolta anche nelle politiche occupazionali del gruppo. "Un programma così serrato di investimenti porterà infatti ad un piano di assunzioni di circa 4.000 giovani diplomati e laureati che dovranno coprire specifici fabbisogni in termini di competenze nel campo delle nuove tecnologie. L’azienda ha ribadito come questo programma occupazionale potrà essere sviluppato attraverso nuovi strumenti legislativi (solidarietà c.d. “espansiva”) non appena verranno effettivamente messi a disposizione", chiosa il comunicato il comunicato.

In questa ottica, aggiungono i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil "è auspicabile che anche il governo, che pure da molto tempo si dice interessato a favorire lo sviluppo di reti di nuova generazione, sia in condizione di fare la 'propria parte' creando tutte le condizioni che rimuovano ostacoli e impedimenti alla realizzazione del piano. In questo quadro ipotesi alternative di scorpori della rete o costituzione di una futuribile società nazionale della rete di nuova generazione sono, a nostro avviso, elementi che farebbero fare al paese dei passi indietro su un programma che ci vede già seriamente in affanno e che non ammette ulteriori rinvii".

L’unico elemento critico dei sindacati, rispetto al piano presentato, riguarda la questione del caring. "La questione – conclude la nota – deve trovare una composizione che non può passare dalla societarizzazione. Continuare a percorrere questa strada rappresenterebbe, oggettivamente, un elemento di ostacolo in un momento nel quale, invece, c’è bisogno di un clima di collaborazione per realizzare pezzi importanti del piano di impresa".