La campagna nazionale della Cgil 'Riformo IO!' sulla riforma della pubblica amministrazione ha fatto tappa in Piazza San Ferdinando a Bari. Gli onori di casa li ha fatti il segretario generale Cgil cittadina, Pino Gesmundo, che ha detto: “La P.a. per troppo tempo è stata additata e messa all'angolo, indicata come un mondo di fannulloni. In questa occasione vogliamo mettere in discussione questa visione e mettere in piazza il problema. Vogliamo discutere, provando a costruire un'idea comune che parta dall'idea di mettere al centro il cittadino e la tutela dei diritti dei cittadini”.

“Io sono un fannullone, sono uno spreco, perché sono un dipendente pubblico, e un dirigente. Sono io l'esempio portato da tutti i professori che si sono susseguiti al governo in tutti questi anni”, ha affermato sarcastico Antonio Mazzarella, medico del pronto soccorso di Bari, dal palco. “Io, però, visito più di trecento persone al giorno – ha continuato – eppure la maggior parte del mio tempo è dedicato a litigare con il computer, perché il sistema non funziona. Le proposte che ci vengono somministrate sono antiche, sono sempre le stesse. Il lavoro pubblico è sempre inteso come uno spreco da tagliare per far quadrare i bilanci. Cerchiamo insieme di combattere contro questa idea, svelando quali sono i veri sprechi. Forse così possiamo sconfiggere insieme questa non-riforma”.

“Sono un docente di sostegno, è un lavoro molto delicato, che richiede cura e attenzione. Oltre che spese da parte dello Stato - ha invece raccontato Fabio Mele, docente precario di scuola secondaria -. Noi dobbiamo capire che tipo di scuola vogliamo, se c'è un progetto o se invece si tratta dei soliti annunci balneari. Noi siamo servitori dello Stato, ma non siamo servi. Non accettiamo che ogni luglio qualcuno ci dica che lavoriamo poco. Adesso riformiamo noi, ci sediamo a un tavolo e vi diciamo cosa si può fare per la scuola. Non vogliamo tutto, ma vogliamo far parte della riforma”.

“Io credo che a breve verrà cancellata l'idea attuale della pubblica amministrazione, senza esser stata impostata una nuova idea. L'assenza di un idea e di un progetto futuro sono il segno distintivo di questo governo”, ha poi affermato Salvatore Chiaromonte, segretario confederale Fp Cgil. “Aldilà del giudizio sui contenuti, manca qualcosa nel decreto proposto dal governo: mancano le cittadine e i cittadini – ha continuato -. Perché quel decreto non produrrà alcun cambiamento positivo nella vita quotidiana della gente. E poi non c'è alcun processo di confronto, discussione e concertazione in corso, così come non c'è una trasformazione dei servizi di pubblica amministrazione, anche se sarebbe indispensabile. Per questo c'è un rischio di torsione autoritaria. Non si riforma la pubblica amministrazione, imponendo dall'alto una riforma senza discussione. Se così è, le norme in discussione debbono necessariamente cambiare”.

“La pubblica amministrazione non è un affare privato tra dipendenti pubblici, sindacati e governo, ma è un grande tema di civiltà in un paese in profonda crisi e pieno di disuguaglianze – ha invece detto Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil -. “Noi non vogliamo ridurre lo spazio dell'intervento pubblico, noi vogliamo allargarlo. Bisogna investire, non risparmiare. Certo che ci vuole efficienza, ma i governo dovrebbe agire sulla corruttela, sul fatto che le risorse pubbliche sono diventate terre di conquista.Una riforma seria della pubblica amministrazione dovrebbe partire da queste cose.”

Serena Sorrentino, segretario nazionale Cgil, ha concluso la manifestazione. “Vogliamo spiegare ai cittadini che qui non stiamo discutendo di una vera riforma, ma di un intervento che ha l'unico obiettivo di colpire il lavoro pubblico – ha detto-. Per questo abbiamo bisogno di iniziative come questa. Vogliamo smascherare l'ennesimo spot. Il decreto 90 non consentirà un miglioramento della qualità dei servizi”.

“Serve – ha concluso Sorrentino - una riforma vera. Noi vogliamo una P.a. più efficiente, ma per farlo servono degli strumenti. Se la riforma del titolo V della Costituzione e una riforma vera del pubblica amministrazione non camminano insieme, non si produrrà nessun effetto in termini di qualità dei servizi. Al governo diciamo che la capacità innovativa di un provvedimento non consiste in quanto si colpisce il lavoro, ma nel coraggio di fare una riforma che scardini anche i privilegi di questo paese”.