“Una prima mobilitazione in tutti i settori dove la crisi morde ancora. Le singole categorie decideranno se indire quattro o otto ore di sciopero per sostenere e rendere nutrita la partecipazione”. Così la Cgil bolognese rilancia lo sciopero dei settori produttivi indetto per mercoledì prossimo, 20 maggio.  

Una data scelta non a caso: quel giorno saranno trascorsi 45 anni esatti dall'entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori. Due sit-in nel capoluogo di regione: uno davanti alla sede Rai, l'altro nell’area metropolitana di Casalecchio; occasioni utili anche per la raccolta firme dedicata a un nuovo "Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici".

“Oggi - spiega il sindacato - è in corso una campagna mediatica insidiosa, da contrastare con vigore, sui caratteri della presunta ripresa avviata dopo il Jobs Act. Per noi si tratta di una ripresa 'fredda', insufficiente rispetto alla necessità di ripristinare i tratti costitutivi della nostra manifattura”.

A Bologna sono 10mila i posti di lavoro perduti, dall’edilizia alla meccanica; da poco è stata superata la quota di 90mila disoccupati nel territorio metropolitano e solo negli ultimi due mesi sono stati licenziati per ragioni economiche (legge Fornero) 2.200 lavoratori. I nomi delle crisi sono tanti: Officine Ortopediche Rizzoli, Mondi Silicart, Terme di Porretta, Mandarina Duck, Guaber, Magli, Coop.Costruzioni, Bredamenarini, Tenneco-Marzocchi.

Analoga iniziativa si terrà Ravenna e provincia, dove Filcams (terziario), Fillea (edili), Flai (agricoli) e alcune realtà all'interno delle aziende del territorio hanno esteso lo stop a tutta la giornata di lavoro. Un corteo partirà da piazza Baracca alle 9,30 e raggiungerà piazza del Popolo per gli interventi di lavoratori ed esponenti sindacali.