Ragionare di sicurezza oggi non significa soltanto parlare di repressione dei reati, che peraltro in Italia sono in calo costante, ma significa anche e soprattutto parlare di sicurezza sociale, di welfare e servizi, di pensioni, di cultura. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che è emerso dall’iniziativa “Polizia e cittadini insieme per la sicurezza reale e partecipata”, promossa dal Silp Cgil Umbria, insieme alla Camera del Lavoro di Perugia, e alla quale hanno partecipato, Giampiero Bocci (sottosegretario all’Interno), Daniele Tissone (segretario generale Silp Cgil nazionale), Lucia Rossi (segretaria Spi Cgil nazionale), Filippo Ciavaglia (segretario generale Cgil Perugia) e Franco Gabrielli (Capo della Polizia), coordinati dal giornalista Michele Cucuzza. 

"Oggi nel nostro territorio nazionale la situazione della sicurezza strategica è favorevole, non siamo un paese insicuro, al contrario gli indici di delittuosità sono in sensibile calo - ha detto nel suo intervento il capo della Polizia Franco Gabrielli”. In aumento costante è invece la percezione di insicurezza "e su questo - ha aggiunto - incide la condizione economica, il potere d’acquisto reale sempre più ridotto, un sistema previdenziale che finora è stato il vero ammortizzatore sociale, ma che ora rischia di implodere”. Ecco perché, secondo Gabrielli, “sempre più dobbiamo ragionare di sicurezza integrata e partecipata, prodotto del concorso di tutti i soggetti e soprattutto di tutti i cittadini”.

Un approccio pienamente condiviso dalla Cgil, come ha sottolineato nella sua relazione introduttiva il segretario della Camera del Lavoro Filippo Ciavaglia (“garantire sicurezza vuol dire assicurare i diritti di tutti”), e proprio per questo il sindacato denuncia tutti i tentativi di strumentalizzazione di un tema che richiede invece un approccio serio e responsabile: “Questa non è materia da campagna elettorale come purtroppo alcune forze politiche sembrano non capire - ha detto il segretario generale del Silp Cgil nazionale, Daniele Tissone - quello che serve al contrario è trasformare l’approccio ai temi della sicurezza, uscendo dalla logica dell’emergenza”.

Tissone ha insistito più volte su un dato: l’età media della polizia italiana è ormai prossima ai 50 anni, una condizione di criticità riconosciuta anche dal sottosegretario all’Interno, Giampiero Bocci, che ha però rimarcato gli sforzi (consistenti da un punto di vista finanziario) del governo negli ultimi anni. “Riconosciamo questo impegno - ha concluso Tissone - ma quello che continuiamo a chiedere alla politica, quella di oggi e quella di domani, è una pianificazione e un investimento costante nel tempo, perché la sicurezza non si costruisce con interventi straordinari o a spot, ma solo con un progetto partecipato dalle forze sociali e dalla cittadinanza”.