Questi anni di crisi hanno pesato molto sul lavoro femminile, diminuito e ancora più precario di prima e con meno diritti. A riprova, la freddezza dei numeri: il 60% del lavoro a tempo parziale riguarda le donne, che scontano complessivamente un tasso di occupazione di appena il 21,9%, con 24mila interessate in meno rispetto al 2007. È quanto è emerso oggi (10 marzo) a Palermo nel corso di un convegno della Cgil siciliana su donne, diritti e legalità, voluto per discutere dei temi della Carta dei diritti universali – proposta della Cgil nazionale che punta ad arrivare a un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori – e al quale hanno partecipato anche la presidente della commissione nazionale Antimafia Rosy Bindi e Gianna Fracassi, della segreteria nazionale Cgil.

“La precarizzazione colpisce particolarmente le donne e aggiunge nuovi diritti negati ai vecchi”, ha detto aprendo il convegno Mimma Argurio, della segreteria della Cgil Sicilia. Un’iniziativa organizzata anche per rilanciare sui temi della legalità e della lotta contro la mafia, “un fronte che vede le donne particolarmente impegnate nella consapevolezza che solo sui cardini della legalità è possibile costruire uno sviluppo per la Sicilia”. Alla situazione del lavoro femminile particolarmente difficile e in un quadro complessivo di diminuzione delle risorse “fa da cornice – ha sottolineato Elvira Morana, responsabile delle politiche di genere della Cgil regionale – un’incapacità gestionale del governo siciliano per quanto riguarda le misure che interessano l’universo femminile”.

La Regione ha perso tre milioni del primo intervento del ministero delle Pari opportunità per favorire la conciliazione dei tempi, mentre i fondi relativi al secondo intervento sono fermi. “La consigliera regionale di parità – ha aggiunto Morana –, per mancanza di personale di supporto al suo ufficio, non riesce neanche a effettuare lo studio sui dati che provengono dalle aziende relativamente alla situazione maschile e femminile”. In questo quadro, si inserisce la proposta della Cgil di un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori: “Una proposta che punta – ha detto Monica Genovese, della segreteria della Cgil Sicilia – a rimettere al centro il lavoro e a rilanciare i diritti nel lavoro, estendendoli a tutti, indipendentemente dalla tipologia contrattuale e superando le discriminazioni di ogni tipo”.

Sul progetto della Cgil partirà il 19 marzo una raccolta di firme. L’obiettivo è farla diventare proposta di legge di iniziativa popolare. “Proprio sul versante della legalità e del lavoro – ha affermato Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia – le misure varate dal governo non aiutano. In una realtà dove già il lavoro nero tocca quote altissime sono stati venduti 1,5 milioni di voucher, con un incremento del 70% rispetto al 2013. Non si tratta solo di lavoro precario, quindi senza sicurezza e sottopagato, ma anche di evasione ed elusione contributiva e fiscale, in una regione dove l’evasione fiscale complessivamente vale 20 miliardi all’anno”.