Sia l'Anno del Lavoro questo 2016 che ormai è qui!
Nella globalizzazione e con il progresso tecnologico il lavoro rompe le barriere di spazio e tempo.
Nuovi mestieri e nuove professioni avanzano. Ridimensionati quelli tradizionali. Il lavoro manuale, che pure esiste, lascia spazio a quello intellettuale e creativo. Non c'è l'esclusiva: la sfida è ri-dare valore al Lavoro assegnando dignità ai tanti lavori.
Non cambia la condizione di chi, mettendo a disposizione capacità manuale, intellettuale, creativa, ha ancora bisogno di risorse economiche e strumentali (capitale e mezzi di produzione) per poter realizzare se stesso. Cambiano i modi di organizzare e produrre. Il contratto di lavoro stabile e continuo sembra sia residuale.
Lo stesso lavoro autonomo ora non è privo della dipendenza da capitali e mezzi del produrre altrui.
Perciò non è più rinviabile aggiornare il diritto del e al lavoro, per tutte e tutti. Un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori deve riequilibrare poteri tra chi mette a disposizione il proprio sapere, il proprio intelletto e creatività, e chi dispone di risorse, economiche, strumentali e organizzative, perché i tanti lavori si compiano.
La Carta universale dei diritti restituisca dignità al lavoro nel riconoscimento dei diritti di tutte e tutti.
Ai titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo, anche nella forma di collaborazione coordinata e continuativa, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo. A quanti sono nei luoghi di lavoro con tirocini di formazione e orientamento, per attività socialmente utili.

Sia questo l'anno in cui questa condizione diventi realtà.

 

*Segretario generale Fp Cgil Lombardia