“I tassi di disoccupazione del 40 per cento di quella giovanile e del 12 per cento di quella generale ci dicono che il paese non è ripartito, che non siamo fuori dalla crisi e che le riforme strutturali realizzate negli ultimi anni si sono dimostrate fallimentari”. A sostenerlo è il segretario confederale Cgil Tania Scacchetti, intervenendo oggi (venerdì 17 febbraio) alla trasmissione “Italia Parla” di RadioArticolo1.

Il governo, spiega Scacchetti, continua “a difendere i principi e le idee fondanti del Jobs Act e della riforma del mercato del lavoro nel suo insieme. Noi, invece, chiediamo un cambio radicale di queste politiche, perché non si può lasciare soltanto al mercato la creazione di posti di lavoro”. Serve quindi “un piano straordinario per l’occupazione, sorretto da forti investimenti pubblici, anche diretti, orientati a creare lavoro”. In più, aggiunge il segretario confederale Cgil, occorre ripensare la questione degli ammortizzatori sociali, perché “lo spostamento delle tutele dal posto di lavoro al mercato del lavoro, con la riduzione delle risorse per gli ammortizzatori e per le politiche attive come la formazione e la riqualificazione dei dipendenti espulsi, sta lasciando i lavoratori senza più tutele”.

Entrando nel dettaglio della questione degli ammortizzatori sociali, Scacchetti si dice “molto preoccupata, perché la crisi continua e un pezzo consistente delle imprese non è in grado, senza questi sostegni, di mantenersi in piedi e guardare con fiducia allo sviluppo”. Il segretario confederale ha poi rimarcato che “dal 1 gennaio non c’è più l’indennità di mobilità, inoltre si sono ristretti i parametri della cassa integrazione straordinaria. Dai territori, inoltre, ci segnalano che i lavoratori stanno anche esaurendo la Naspi”. Sull’indennità di disoccupazione, Scacchetti dice di apprezzare la proroga del governo fino al 30 giugno per i collaboratori, ricordando però che “siamo in attesa di un intervento strutturale, che è stato promesso, ma di cui ancora non sappiamo nulla”.

Tanti i temi affrontati nell’intervista, tra cui quello della “Garanzia giovani”. Il bilancio disegnato dal segretario confederale Cgil è “con molte ombre”. In Europa è stato “un veicolo significativo per la presa in carico dei giovani e per consentire loro l’ingresso nel mondo del lavoro. In Italia, purtroppo, non è andata proprio così”. Nel nostro paese “la possibilità offerta da Garanzia giovani si è esaurita in tirocini effimeri e non in vere opportunità. Troppo spesso è stata una mera sostituzione a basso costo di manodopera, un modo per pagare poco il lavoro, peraltro senza qualificarlo. Così rischiamo di deprimere ulteriormente una generazione che già fa tanta fatica a imporsi”.

Le due ultime questioni prese in esame nell’intervista sono i due referendum proposti dalla Cgil e la Carta dei diritti. “Chiediamo al governo – illustra Scaccheti – di fissare la data della consultazione. I cittadini hanno il diritto di sapere quando potranno esprimersi su questi due grandi temi che riguardano il lavoro, la sua visione futura, i fondamenti del nostro vivere sociale. La nostra proposta è di votarli assieme alle prossime elezioni amministrative, in modo da permettere un risparmio economico e di non gravare troppo sulle tempistiche del sistema scolastico”. Infine, la Carta dei diritti: “La proposta di legge popolare va incardinata ai lavori parlamentari, ma questo ancora non è accaduto. In via informale sappiamo che dovrebbe avvenire ai primi di marzo, dopo la discussione sul ddl sul lavoro autonomo. Ci auguriamo che gli impegni che sono stati presi vengano mantenuti”.