"Oggi ci saremo anche noi a Piazza del Popolo con la Fiom. Perchè la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Fiat ci riguarda molto più di quanto sembri. Perchè non ci facciamo raggirare dalle storielle di chi vorrebbe vederci contrapposti ai così detti garantiti". E' quanto scrivono in una nota i precari del comitato "Il nostro tempo è adesso".

"La lotta di chi si ribella alla precarietà è la stessa di chi si difende dall'attacco ai diritti e al contratto collettivo nazionale, che venga dall'AD della Fiat o dal Ministro Sacconi - si legge in una nota del comitato - E' una lotta per la dignità del lavoro, per affermare che le persone e la qualità della loro vita e del loro lavoro vengono prima degli interessi economici privati. Siamo convinti che non esista liberazione dalla precarietà senza la difesa dei diritti dei lavoratori. Così come siamo convinti che non esista difesa dei diritti acquisiti dei lavoratori, senza la capacità di renderli veri e validi per tutti, ovvero senza una lotta strenua alla precarietà".

"Ma Piazza del Popolo assume per noi anche un altro significato - scrivono ancora le ragazze e i ragazzi del comitato - quello di riappropriaci di uno spazio pubblico di cui ci sentiamo doppiamente espropriati, perchè la nostra voce sabato 15 è stata sopraffatta dalle devastazioni e perchè il Governo ha utilizzato strumentalmente tutto ciò per attivare una stretta repressiva".

"Per riprenderci la nostra voce - spiega il comitato - abbiamo attivato la campagna '15 ottobre: racconta la tua piazza' (sul sito www.ilnostrotempoeadesso.it e su facebook) al fine di ricostruire un racconto della nostra (bellissima!) manifestazione. Quella che è rimasta in ombra, quella del 99% del corteo, quella con le idee chiare su ciò che vorrebbe: la messa in discussione di un sistema neoliberista che in questi anni ha allargato i mercati ma ristretto i diritti, creando precarietà e disoccupazione".

"Per riprenderci i nostri spazi - si legge ancora nella nota - abbiamo scritto una lettera al Ministro Maroni per denunciare l'utilizzo strumentale dei fatti di sabato al fine di tappare la bocca a un movimento giovane, irriverente, imprevisto che sta attraversando il mondo e che comunque sta crescendo anche nel nostro paese. Non ci si venga a dire che Daspo, arresti preventivi e patrimoniale per i cortei sono a difesa dei manifestanti pacifici. Chi è sceso in piazza sabato è stato privato della sua voce da chi ha devastato la città e adesso viene ulteriormente zittito da provvedimenti che limitano la partecipazione".