Sono tornati a scioperare, per la prima volta dopo 20 anni, per difendere il diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto il 31 marzo scorso, che interessa oltre 420 mila lavoratrici e lavoratori impiegati in più di 50 mila imprese (il 90% sono donne). Lo hanno fatto venerdì 18 novembre, incrociando le braccia per otto ore e scendendo in piazza, le lavoratrici e i lavoratori di Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto. E oggi, 21 novembre, la protesta continua e si rinnova in altre 4 regioni: Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Umbria.

In Abruzzo lo sciopero di 8 ore sarà accompagnato da una manifestazione regionale a Penne (Pescara). In Emilia-Romagna sono previsti numerosi presidi davanti alle sedi delle aziende, tra cui Armani. Stessa cosa in Toscana, con sit-in davanti alle sedi delle Unioni Industriali di ogni territorio. 

Le trattative per il rinnovo sono in corso da ormai più di sei mesi con l'associazione imprenditoriale di Confindustria (Smi-Sistema Moda Italia), ma alla fine di ottobre si sono bruscamente interrotte. E questo in un settore che negli ultimi cinque anni ha visto perdere oltre 100 mila posti di lavoro, soprattutto tra le donne. Di qui la decisione dei sindacati di categoria, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di chiamare lavoratrici e lavoratori alla mobilitazione generale. 

L'obiettivo - spiegano i sindacati - è riprendere la trattativa. Ma se non cambia qualcosa a gennaio l'intenzione è quella di mettere in campo nuove mobilitazioni "nelle principali città italiane della moda". Il riferimento è a possibili iniziative durante Pitti Uomo a Firenze e la settimana della moda a Milano. Una manifestazione nazionale è prevista entro il 20 dicembre.

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