Un contratto complicato, quello dell’edilizia, firmato il 1° luglio, dove a una buona parte normativa che salvaguarda i diritti acquisiti dei circa 800.000 addetti, a partire dall’anzianità professionale e dalla responsabilità solidale per le imprese, con la riorganizzazione del sistema bilaterale e l’obbligo di utilizzare il portale Blen (la borsa del lavoro nazionale dell’edilizia) per le assunzioni a tempo determinato oltre la soglia del 25%, corrisponde però una parte salariale di 48 euro (di cui 8 da destinare al fondo di previdenza integrativa Prevedi) di aumento, ben al di sotto della media raggiunta (80-100 euro) dagli altri contratti delle costruzioni. Su questo, abbiamo chiesto un commento a Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil.

“È stato un rinnovo difficile – conferma il dirigente sindacale –, che ha risentito della crisi, ma sicuramente importante. Intanto perché c’è. Il primo avversario che abbiamo sconfitto è quella componente dell’Ance (l’associazione datoriale del settore) che aveva puntato a non rinnovare affatto il contratto nazionale, e che già a novembre 2013 ci aveva proposto provocatoriamente un nuovo contratto con il salario a quota zero.

Rassegna Insomma, per come si erano messe le cose, è un bene che si sia arrivati alla firma.

Schiavella È un contratto che ha elementi oggettivamente modesti sul versante retributivo. Ma è comunque positivo, perché l’assenza del Ccnl più importante del nostro settore avrebbe significato la fine di un modello contrattuale, fatto di tutele e garanzie per tutti. Su scala nazionale, abbiamo salvaguardato il sistema degli enti bilaterali, assicurando una struttura unitaria, quando, di fatto, una parte importante del mondo imprenditoriale puntava a disarticolare quel sistema.

Rassegna Si è rischiato anche l’accordo separato, che storicamente nella vostra categoria non si è mai verificato.      

Schiavella Parlare di accordo separato è eccessivo. La realtà dei fatti è che nell’incontro del 3 giugno su un punto, la responsabilità solidale, l’unico strumento giuridico che consente di garantire l’effettiva fruizione dei diritti dei lavoratori in edilizia, l’Ance ha chiesto di rimettere in discussione tale norma con una procedura per noi inefficace, che avrebbe portato in realtà alla deregolazione. Abbiamo smascherato il bluff dei costruttori, dichiarando per noi impraticabile la prosecuzione del confronto. E in quell’occasione è maturata una divergenza con Filca Cisl e Feneal Uilm, che invece avevano espresso un giudizio positivo sull’andamento del negoziato, che a quel punto vedeva un’offerta economica della controparte più alta in cambio delle concessioni richieste sulla responsabilità solidale.

Rassegna Quella di 70 euro?

Schiavella Esattamente. Allora, come Fillea, pur in disaccordo, abbiamo scelto di non abbandonare il tavolo e di non far precipitare la situazione, chiedendo una pausa di riflessione; anche perché non sarebbe stato possibile gestire un accordo separato in questo settore, tantomeno nell’ambito di una riforma della bilateralità. Tutti i soggetti hanno accettato e nel successivo rendez-vous dell’11 giugno abbiamo presentato un ultimo tentativo di mediazione, dopo aver preso atto che non c’erano le condizioni per una firma. Abbiamo ricostituito un punto di vista sindacale unitario sullo stato della trattativa, chiedendo all’Ance di defalcare dalle materie in discussione il capitolo sulla responsabilità solidale. Gli imprenditori hanno detto sì, a patto di arrivare a un bilanciamento sul risultato economico.

Rassegna Dunque, avete scambiato i diritti con il salario?

Schiavella Al contrario, proprio per garantire i diritti abbiamo concordato di diminuire l’incremento salariale previsto. E, a ben guardare, lo scambio inizialmente stabilito dei 70 euro è stato da noi reso neutro, per il fatto che abbiamo anticipato la data di scadenza del contratto di sei mesi (dal 31 dicembre al 30 giugno 2016, ndr), proprio quando sarebbe scattato il terzo scaglione di aumento, così da consentire di recuperarlo nel prossimo rinnovo. Credo che i lavoratori comprenderanno che con tale scelta abbiamo messo più al sicuro le loro buste paga: nella realtà del settore, infatti, è proprio lo strumento della responsabilità solidale che permette di percepire lo stipendio a fine mese, anche se il cantiere d’appartenenza chiude, perché tutto l’onere ricade sulla stazione appaltante, sia essa pubblica che privata.

Rassegna Rispetto agli altri rinnovi delle costruzioni già firmati, non c’è ora il rischio di una ricaduta negativa sul piano salariale?

Schiavella No, perché gli altri contratti hanno dinamiche diverse. Semmai, l’unico rischio vero riguarda gli artigiani edili, che hanno chiuso il loro contratto con 84 euro di aumento, anche se quel ccnl rimanda le soluzioni di questioni importanti. Da tempo, noi ci battiamo per un contratto unico dell’edilizia, ma finora le imprese non si sono rese disponibili.

Rassegna Adesso partono le assemblee dei lavoratori che dovranno esprimersi sul ccnl degli edili, dove per la prima volta varranno le nuove regole del Testo Unico sulla rappresentanza.

Schiavella Certo, e anche se la certificazione degli iscritti è ancora incompleta, le assemblee riconsegneranno la parola e il voto ai lavoratori.

Rassegna Non ci saranno sorprese negative dal responso delle assemblee?

Schiavella Credo proprio di no. Su nostra sollecitazione, i lavoratori, di fronte a cantieri chiusi e a colleghi in cassa integrazione, sono scesi lo stesso in sciopero il 13 dicembre scorso, malgrado il settore sia ormai stremato da sei anni difficilissimi. In stragrande maggioranza, ci hanno sempre chiesto in primo luogo lavoro, più che salario. Erano preoccupati soprattutto per i loro diritti, che con questo rinnovo siamo riusciti a salvaguardare. E ora, sulla base di questa intesa, potremo rilanciare e dare più efficacia all’azione sindacale unitaria per la creazione di un nuovo piano di investimenti e interventi mirati per superare la crisi delle costruzioni.