Sarà la magistratura a dover accertare le responsabilità. Ma non sarà facile, visto il ginepraio di regole e leggi esistenti che rende molto facile lo scarica barile. E, soprattutto, la vicenda non sorprende, visto che fatti ben più gravi accadono ogni giorno nel silenzio più totale. Così, questa mattina, Walter Schiavella ha commentato ai microfoni di Radioarticolo1, il crollo “natalizio” del viadotto Scorciavacche, tra Palermo e Agrigento (qui il podcast). “In ogni caso – ha aggiunto – traspare quello che da anni denunciamo: l’inefficacia complessiva della gestione degli interventi pubblici in materia di infrastrutture, sia nella parte relativa a ideazione, progettazione e aggiudicazione degli appalti, sia nella fase esecutiva, sia nella fase finale di verifica e collaudo. È evidente che se un viadotto appena costruito cede in questo modo, qualche cosa in uno di questi passaggi non ha funzionato. Rimane poi fondamentale il ruolo del soggetto pubblico nel controllo delle filiere degli appalti, dove si nascondono con grande facilità fenomeni elusivi e corruttivi, soprattutto quando il sistema è così frammentato ”.

“Da anni – ha detto poi il sindacalista – sosteniamo che servono meccanismi che diano più peso a una progettazione esecutiva effettivamente realistica delle opere da realizzare”. Secondo Schiavella, il governo fa assai poco per trovare meccanismi che rendano più trasparenti questi meccanismi: “Per esempio una norma inserita nel decreto fiscale di fatto consente false fatturazioni fino a 1.000 euro e va quindi nella direzione esattamente opposta rispetto a quello che servirebbe per rendere trasparenti i diversi processi economici”.

Duro, più in generale, anche il giudizio del segretario della Fillea sugli altri provvedimenti dell’esecutivo di fine anno, a partire dallo Sblocca Italia: “I famosi 3,9 miliardi di euro sono risorse già esistenti, ma ‘riappostati’ con procedure che li legano alla realizzazione di opere ma con tempi che stanno già saltando. Se tutto andrà bene, in un anno riusciremo a spendere mezzo miliardo. Niente rispetto alle esigenze della nostra economia e del nostro territorio".