"La magistratura vada fino in fondo. Su fatti così gravi bisogna fare assoluta chiarezza. Per questo appena il plico contenente il materiale citato dal Corriere della Sera è giunto nella nostra sede, lo abbiamo portato ai magistrati. Chiunque sa, parli". In una nota Natale Di Cola, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio, commenta l'articolo di denuncia pubblicato oggi nell'edizione romana del Corriere della Sera, che riporta la sbobinatura di conversazioni contenute in una registrazione riguardante una presunta compravendita di posti di lavoro in Ama Spa.

"Il Corriere - aggiunge il sindacalista - torna a sollevare una questione mai davvero superata dalla capitale, nonostante i due cambi di amministrazione seguiti al medioevo etico di Panzironi e Alemanno. L'azienda, anche se ha fatto passi avanti, ad esempio con Fortini licenziando gli assunti illegittimamente, non è mai stata bonificata fino in fondo, messa nelle condizioni di operare in modo efficiente e con trasparenza. Il paradosso è che Ama non ha smesso di assumere in modo dubbio o peggio ancora illegale, ma ha proprio smesso di farlo, compromettendo ogni forma di programmazione e il futuro stesso dell'azienda. Un sistema sano estirpa il male, non ci convive".

"Senza emettere giudizi sui singoli fatti, imputabili a persone appartenenti ad altre organizzazioni sindacali e su cui si pronuncerà la magistratura, non possiamo che ripetere come in questi anni non si sia saputo rimuovere l'eredità di quel passato. Si è preferito il silenzio. Oggi - aggiunge Di Cola - ci preme l'obbligo di ricordare che se la Cgil non fosse stata sola in questa battaglia forse si sarebbe potuto fare di più e prima. Ma ci tocca ricordare allo stesso modo che quella battaglia noi l'abbiamo fatta e pagandola a caro prezzo, soprattutto negli anni più difficili".