“Servono più risorse per sanità e welfare per poter garantire l’universalità delle prestazioni e la centralità del servizio pubblico, perché registriamo numerose criticità che compromettono il diritto alle cure e l’accesso alle prestazioni sociali. Lo chiediamo al governo nazionale e regionale”. Così Cgil, Cisl e Uil della Puglia, annunciando per oggi (mercoledì 12 dicembre) una manifestazione regionale a Bari per denunciare l’insufficienza dei servizi, la carenza di risorse e la riduzione del personale, l’eccessiva lunghezza delle liste d’attesa, la mancanza dell’assistenza di prossimità. L'appuntamento è alle ore 9.30 sotto la sede della giunta regionale. La mobilitazione, che conclude una settimana di iniziative in tutta la Puglia, è la prima in Italia che si tiene nell’ambito della Piattaforma nazionale presentata dai sindacati confederali per la riforma del sistema sanitario a 40 anni dall’approvazione della legge 833.

“Il diritto alla salute e alle cure deve essere assicurato in modo uniforme in Puglia e in tutto il Paese”, hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil nel corso dell’attivo unitario “Sanità e welfare. Vogliamo risposte da governo e Regione”, che si è tenuto lunedì 3 dicembre a Bari. “Registriamo crescenti criticità – hanno precisato – che pregiudicano il diritto alle cure e l’accesso alle prestazioni sociali. Dalle liste di attesa alla medicina territoriale, dal servizio del 118 ai punti di primo intervento, assistiamo a un progressivo collasso dei servizi e alla crescente insoddisfazione dei cittadini, in molti casi costretti a ricorrere al privato con costi insostenibili o ad alimentare la mobilità passiva verso altre regioni”.

La situazione non migliora certo sul piano del welfare, anche a fronte dell’approvazione del Piano regionale delle politiche sociali. Infatti sono “pochissimi gli ambiti che hanno avviato tavoli di confronto con i sindacati per la definizione dei Piani sociali di zona, registrando un arretramento sull’equità dell’accesso alle prestazioni che ricade sulle fasce più fragili della popolazione”. Cgil, Cisl e Uil non risparmiano critiche al presidente della Regione Michele Emiliano, da cui “ci aspettavamo forme di collaborazione previste dal protocollo d’intesa che lo stesso governatore aveva siglato con noi il 12 dicembre del 2016 sui temi della sanità. Il risultato è stato che ci siamo rivisti dopo due anni per sentirci dire che va tutto bene”.

Il segretario generale della Cgil regionale Pino Gesmundo evidenzia che dalla firma del protocollo “non è stato fatto niente, né ci sono mai stati confronti”. La sanità in Puglia ha “tantissimi problemi che vengono affrontati più con la logica dei numeri che con quella della qualità. Ci raccontano che la nostra sanità è la migliore del mondo. Ma noi frequentiamo una realtà diversa, senza posti letto, con liste d'attesa infinite, con visite programmate lontano da casa, in cui solo l’abnegazione dei lavoratori pubblici, spesso abbandonati, tiene insieme il sistema”. Gesmundo rimarca anche che “non sono stati ancora attivati i presìdi territoriali che dovrebbero surrogare gli ospedali, né c'è un’azione della giunta in questa direzione”, mentre più in generale ritiene necessario “rimpinguare il fondo sanitario, evitando di applicare modalità di distribuzione che continuino a premiare i territori del Nord. Rivendichiamo un diritto costituzionale alla salute”. Infine, i rapporti con il governatore Emiliano: “Con noi ha un problema, ossia deve riconoscere il sindacato confederale come rappresentativo di interessi generali. Occorre condividere una visione, invece registriamo confusione e difficoltà di interlocuzione”.

Nel corso dell’attivo unitario del 3 dicembre scorso hanno preso la parola anche alcuni rappresentanti dei territori. Il segretario generale della Cgil Brindisi Antonio Macchia ha sottolineato che “troppe persone, molti anziani, rinunciano a curarsi per i costi richiesti. Con il piano di riordino ospedaliero stiamo ulteriormente riducendo i posti letto, già insufficienti”, mentre il segretario generale della Fp Cgil Puglia Biagio D'Alberto ha rimarcato che “alla sanità pugliese mancano personale e macchinari, la maggioranza dei presìdi territoriali non riesce a rispondere alle richieste dei cittadini”. Antonio Mazzarella, responsabile medici della Fp regionale, ha evidenziato che “non si possono dare soluzioni semplicistiche ai problemi della sanità, favorendo ad esempio quella privata, ma serve invece un confronto costante con i sindacati per rispondere ai bisogni di cittadini e lavoratori”, mentre Michele Portacci, Rsa Filcams della Ladisa ristorazione all’Ospedale oncologico Moscati (Taranto), ha lanciato l’allarme sul “piano regionale di riordino ospedaliero che colpisce direttamente i cittadini: saremo costretti a servire cibi surgelati a degenti oncologici con difese immunitarie azzerate”.