È il giorno dell'incontro tra sindacati e Sangemini. Oggi (mercoledì 10 ottobre) Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil tornano a confrontarsi con la proprietà in una situazione difficile, con i sindacati che hanno denunciato un'atmosfera di "forte tensione" a causa del "comportamento unilaterale dell'azienda". L'incontro vede sul tavolo la discussione sul piano di sviluppo. L'ultimo round, lo scorso 4 ottobre, non era finito bene: "La direzione aziendale – secondo i sindacati – persevera in atteggiamenti provocatori e senza confronto sindacale sull’organizzazione del lavoro".

“Ricordiamo a tutti – proseguiva la nota – che nell’ultimo incontro istituzionale avvenuto in Regione, alla presenza del vice presidente dell’ente, Fabio Paparelli, tutte le parti si erano impegnate a costruire delle buone relazioni sindacali, come tra l’altro previsto dai contratti nazionali, al fine di favorire una discussione costruttiva, bloccando tutte le iniziative non condivise tra le parti. La Sangemini Acque però non sta affatto tenendo conto di quanto concordato, attuando operazioni come la pianificazione di ferie collettive non concordate con le Rsu o spostamenti di personale”.

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno chiesto quindi l’intervento delle istituzioni e un incontro immediato alla Regione Umbria, “per vigilare e garantire quanto stabilito al tavolo istituzionale e aprire un ragionamento sugli ultimi gravi avvenimenti, e invitando l’azienda a rispettare gli accordi”. 

Oggi, per sindacati e Rsu, sarà un giorno fondamentale per conoscere il futuro dei lavoratori della Sangemini e Amerino. “Una data che dovrà sancire l’avvio di un percorso costruttivo, per il quale è fondamentale avere corrette relazioni sindacali come primo punto della trattativa". 

Prima di parlare di organizzazione del lavoro, dunque, le organizzazioni chiedono "che vengano innanzitutto chiariti gli obiettivi del piano di sviluppo tramite la presentazione di un progetto commerciale chiaro e con obiettivi ben definiti, a garanzia degli investimenti dichiarati e a tutela dell’attuale livello occupazionale”. Nel frattempo, è stato confermato lo stato di agitazione e non si esclude una mobilitazione in tempi brevi.