“Un accordo che restituisce dignità alle lavoratrici della Rsa Borsieri di Lecco”. Sono le parole di Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil di Lecco, al termine delle trattative per salvare 27 lavoratrici impiegate nella struttura. Dopo due mesi di estenuanti trattative, lunedì è stata sottoscritta un'ipotesi di accordo tra le organizzazioni sindacali, la Fondazione Sacra Famiglia (titolare della Rsa) e la Cooperativa sociale Kcs Caregiver (per la quale lavorano i dipendenti che hanno rischiato di rimanere a casa).

“Era chiaro a tutti che l’incontro di lunedì sarebbe stata l'ultima occasione per evitare la procedura di licenziamento, formalizzata a tutte le lavoratrici lo scorso 30 giugno – indica Tramparulo –. Come organizzazioni sindacali abbiamo posto inizialmente il tema delle sedi della Fondazione, riuscendo ad escludere dall'accordo quelle più lontane da raggiungere come Cesano Boscone e Agrate Brianza. L’ipotesi di accordo prevede l'impegno di Sacra Famiglia ad assumere 14 lavoratrici della Cooperativa con contratto a tempo indeterminato nelle strutture lecchesi, ovvero in centro città, a Maggianico e a Regoledo. Kcs ricollocherà le restanti dodici lavoratrici nelle strutture gestite nella province di Lecco e Monza Brianza”.

La vicenda della Rsa borsieri, fin da subito ha rappresentato  per Fp Cgil di Lecco, una battaglia di civiltà in difesa della dignità del lavoro. “Accettare passivamente la logica di considerare le lavoratrici impegnate da molti anni nella struttura lecchese come persone prive di diritti, per la nostra organizzazione sindacale era profondamente sbagliato, un precedente negativo per l’intero comparto socio sanitario assistenziale – sottolinea Tramparulo –. Durante i tavoli di trattativa la nostra posizione è stata chiara e ferma: i livelli occupazionali dovevano essere tutti garantiti, nessuno doveva essere lasciato solo e senza tutele. A poco sono valse le tesi sostenute da Fondazione e Kcs durante i tre incontri svolti in Prefettura a Lecco, rispetto alle responsabilità sulla ricollocazione delle lavoratrici. In questi mesi abbiamo messo in campo ogni azione per contrastare le decisione assunte dalla parte datoriale, abbiamo puntato in particolare sulla comunicazione, informando e cercando ostinatamente di coinvolgendo la società civile, le istituzioni politiche e religiose”.

Nonostante, la formale chiusura del tavolo di trattativa, la Fp Cgil non ha smobilitato, anzi ha intensificato la nostra azione di sensibilizzazione e denuncia. “La caparbietà delle lavoratrici durante i presidi della struttura è stata premiata da moltissimi attestati di solidarietà. In particolare quelli giunti dai colleghi di altre strutture assistenziali della nostra provincia rappresentano una grande risposta di maturità che l’intero comparto ha raggiunto”.

La vicenda di queste 27 donne lasciata a casa senza lavoro, ha scosso le coscienze e l’ indignazione di tanti, lo sforzo profuso dal tavolo istituzionale, a partire dal ruolo svolto dal prefetto di Lecco, Liliana Baccari, con l’assessore ai Servizi sociali Riccardo Mariani e il presidente della Provincia Flavio Polano, che hanno contribuito positivamente verso una soluzione condivisa.